Al Pacino rivela: "Truffato dal mio commercialista. Jack e Jill? Ho accettato per soldi"

Al Pacino rivela: Truffato dal mio commercialista. Jack e Jill? Ho accettato per soldi
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Pubblicazione: 16 ottobre alle 15:54 Sonny Boy, autobiografia di Al Pacino, è ora disponibile sul mercato e si sta rivelando fonte di diversi aneddoti sulla carriera del grande attore, tra cui uno molto divertente riguardante Il padrino. Variety riporta invece un retroscena riguardo i tempi più recenti della sua carriera, quando è stato costretto a compiere scelte lavorative drastiche dopo aver perso tutti i suoi soldi a causa di un contabile corrotto che ha prosciugato completamente i suoi risparmi e poi ha scontato sette anni e mezzo di carcere. (BadTaste)

Su altre fonti

Secondo il divo, fu nel 2011 che iniziò “a ricevere avvertimenti sul fatto che il mio commercialista di allora, che aveva molti clienti famosi, non era affidabile”. (Rolling Stone Italia)

'Metà dei miei film funzionava, l'altra metà non era granché e alcuni sono proprio da buttare nel cesso. A 84 anni, dopo una vita sulle scene, Al Pacino... (Virgilio)

È anche di questa che Al Pacino ha deciso di raccontare in Sonny Boy: un’autobiografia. A volte esuberante, come in Scarface. (MOW)

Al Pacino, trecento pagine per una vita: ecco l’autobiografia ‘Sonny Boy’, dall’infanzia nel Bronx a Marlon Brando. “Sul palcoscenico mi sento a casa”

Pubblicazione: 15 ottobre alle 15:00 In realtà non volevo parlargli, pensavo non fosse necessario. Provavo un grande disagio al solo pensiero: "Devo pranzare con lui?”. (BadTaste)

A 84 anni, dopo una vita sulle scene, Al Pacino - attualmente sul set di un nuovo Re Lear - si mette per la prima volta a nudo nell’autobiografia Sonny Boy (uscita ieri in tutto il mondo e pubblicata in Italia da La nave di Teseo), scritta a quattro mani con il giornalista del New York Times, Dave Itzkoff. (ilgazzettino.it)

“Sul palcoscenico mi sono sempre sentito come a casa mia. Sentivo che era il mondo a cui appartenevo. Certo, mi piaceva anche stare sul campo da baseball, ma giocare a baseball non mi riusciva altrettanto bene come fare questa cosa che si chiamava teatro. (la Repubblica)