Il magistrato: “L’Europa ridefinisce i Paesi sicuri per i migranti. Trattenerli ora è più difficile”

Il magistrato: “L’Europa ridefinisce i Paesi sicuri per i migranti. Trattenerli ora è più difficile”
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Dalla sua sezione del tribunale di Palermo sono passati i casi dei migranti trattenuti nel centro che il Viminale qualche mese fa ha aperto in fretta e furia a Porto Empedocle. Ed è uno dei primi distretti in cui la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ridefinisce i criteri per identificare un Paese come sicuro sia stata applicata. «Prima — spiega il presidente Francesco Micela — Palermo… (la Repubblica)

Ne parlano anche altri media

“La settimana prossima si parte con i centri in Albania”. Lì verranno portati, nella prima fase, circa 400 persone. (Il Sole 24 ORE)

E il pericolo per l’esecutivo non è solo di ritrovarsi vuoti quei centri che costeranno quasi un miliardo in cinque anni,… Il primo viaggio della nave di migranti attraverso lo Ionio e l’Adriatico potrebbe rivelarsi un flop. (la Repubblica)

Colpire il governo Meloni in Albania, con l’aiuto dei magistrati, per ferirlo a Roma. Il disegno è questo ed Elly Schlein lo mostra alla festa del Foglio, esultando perché «una sentenza della Corte di giustizia europea fa scricchiolare l’intero impianto su cui si basa l’accordo di Giorgia Meloni con l’Albania». (Liberoquotidiano.it)

Gli affari di Meloniland, l’Albania “italiana” che aspetta i migranti

La Corte Europea di Giustizia ha recentemente affermato il principio in base al quale uno Stato non può essere considerato un Paese sicuro se anche solo un suo territorio o una sua Regione sono insicuri. (il Giornale)

La prossima settimana è prevista l’inaugurazione delle due strutture, al porto di Schengjin sulla costa e a Gjader, nell’entroterra, che dovranno ospitare i migranti diretti in Italia e soccorsi nel Mediterraneo. (ilmessaggero.it)

Alle pareti un terribile campionario di irriverenti fotomontaggi trash che ritraggono tutti i grandi della Terra, compreso papa Francesco, seduti sulla tazza. C’è anche una falce e martello, probabilmente per indicare che quello è il posto consono per il simbolo, un tempo onnipresente, dell’ormai lontano regime di Enver Hoxha. (la Repubblica)