Punizione, non accoglienza. Quel che non funzionerà dei centri in Albania

Punizione, non accoglienza. Quel che non funzionerà dei centri in Albania
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Avvenire INTERNO

Due poliziotti italiani presidiano l'ingresso del centro per migranti di Shengjin in Albania - Reuters Il governo Meloni ha annunciato l’imminente apertura dei due centri per il trattamento dei richiedenti asilo in Albania. Dopo vari annunci e rinvii (i centri dovevano aprire il 20 maggio) forse questa volta ci riuscirà davvero. Per raggiungere l’obiettivo, ha fatto ricorso alle procedure d’urgenza che saltano vincoli e garanzie delle normali gare d’appalto. (Avvenire)

Su altre fonti

Il via arriverà questa settimana, secondo quanto dichiarato oggi dal ministro degli interni Matteo Piantedosi: «Contiamo di partire già dalla prossima settimana, poi speriamo di no: perché significherebbe non aver bisogno di portare lì delle persone. (Corriere della Sera)

Roma, 12 Ottobre 2024 (Agenparl)

E se n’è andato anche settembre. Alla fine, l’avvio delle attività dei due centri in Albania è fissato per la prossima settimana. (la Repubblica)

Per Piantedosi i centri in Albania sono come quelli italiani

Alle pareti un terribile campionario di irriverenti fotomontaggi trash che ritraggono tutti i grandi della Terra, compreso papa Francesco, seduti sulla tazza. Shengjin, Albania – Nei bagni della trattoria Meloni risuonano le note di Nino D’Angelo, “Celebrità”: “Mammà tu nun ‘o ssaie, no, nun o può sapè”. (la Repubblica)

Dalla sua sezione del tribunale di Palermo sono passati i casi dei migranti trattenuti nel centro che il Viminale qualche mese fa ha aperto in fretta e furia a Porto Empedocle. Ed è uno dei primi distretti in cui la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ridefinisce i criteri per identificare un Paese come sicuro sia stata applicata. (la Repubblica)

«La settimana prossima si parte con i centri in Albania»: è stato il ministro dell’Interno Piantedosi a certificare ieri l’avvio delle operazioni di trasferimento dei primi migranti nel centro di accoglienza di Gjader dove verranno portate, nella prima fase, circa 400 persone. (il manifesto)