I fondi pubblici e quel cinema italiano che nessuno va a vedere

I fondi pubblici e quel cinema italiano che nessuno va a vedere
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Condividi questo articolo Il megadirettore naturale Prof. Guidobaldo Maria Albertelli possedeva una rara copia de “La corazzata Potemkin”…. Mi scusino i lettori l’incipit, ma questo mi è venuto in mente nell’ approfondire la notizia, poco data, circa il mugugno del cinema italiano alla Mostra di Venezia per il taglio dei fondi pubblici operato dal Ministero della Cultura del Governo Meloni. E sono andato a vedere i numeri e valutare, anzi, far valutare a chi legge, se effettivamente la contribuzione statale era in qualche modo giustificata per qualità e gradimento del pubblico, l’unico che alla fine decreta la riuscita di un film (la VOCE del TRENTINO)

Ne parlano anche altri media

Pier Francesco Pingitore ha 89 anni ma se gli chiedi di parlare e di menare un po' di frustate lo fa senza tanti complimenti con un'energia straordinaria. Era l'Espresso dei moderati. (il Giornale)

Il Pd raccoglie l'appello alla fatwa contro il governo lanciato da Nanni Moretti dal «red carpet» del Festival di Venezia. La sinistra scende in campo per difendere la mangiatoia dei contributi alle società di produzione cinematografiche. (il Giornale)

La chiusura della edizione n° 81 del Festival di Venezia, nella sera di ieri domenica 8 settembre (con un solo film italiano emergente, “Vermiglio” di Maura Delpero, che ha vinto il “Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria”), è stata caratterizzata da una presa di posizione critica di Nanni Moretti contro la riforma della “Legge Franceschini”, e questa mattina anche il suo collega Gabriele Muccino ha sparato ancor più a zero… Nella tarda mattinata di oggi, il Movimento 5 Stelle, nella persona del deputato Gaetano Amato (membro della Commissione Cultura della Camera) ha chiesto non le dimissioni bensì la revoca della delega che il Ministro Gennaro Sangiuliano aveva assegnato a suo tempo alla Sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni. (Key4biz.it)

Tax credit e dintorni: mio dio, come siamo caduti in basso

Drammaturgo, autore televisivo e sceneggiatore, l'energico ottantanovenne dalla "carriera un pò anomala" risponde al regista Nanni Moretti, che a Venezia ha criticato la legge sul Cinema e invitato i suoi colleghi a opporsi per cambiarla. (L'HuffPost)

Oggi spiega a La Stampa che «questo governo porta moltissimi artisti e liberi pensatori all’autocensura, abbiamo visto troppe epurazioni di persone scomode, prima di parlare ci si pensa due volte. Definita «pretestuosa, confusa, incompleta e cavillosa». (Open)

Il meccanismo, in verità immaginato dalla legge del 2016 dell’allora ministro Franceschini, è finito prima nell’occhio del ciclone di una destra famelica per eventuali favoritismi ad opere di scarsa consistenza, per poi essere rivisto con una correzione di stile neoliberista. (il manifesto)