Meloni torna underdog contro l'Europa degli oligarchi. Ma poi, fuor dall'Aula, con Ursula continua a trattare

Meloni torna underdog contro l'Europa degli oligarchi. Ma poi, fuor dall'Aula, con Ursula continua a trattare
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L'HuffPost INTERNO

In Parlamento con la rabbia del Calimero, dell’underdog, dell’esclusa che contesta la “visione oligarchica e tecnocratica” di chi, nell’Unione europea, “fa accordi prima delle elezioni, senza tenere conto del voto dei cittadini”. Fuori dall’Aula, nelle vesti della leader europea - forse arrabbiata, certamente bastonata - che tratta per un ruolo di peso. E che continua a trattare proprio nelle stesse ore in cui in Aula torna ai vecchi slogan dell’Europa maligna che, con fare “disgregante”, vuole mettere “una nazione all’angolo” e che vuole “imporre ai cittadini cosa mangiare” mentre, invece, “dovrebbe fare meno e meglio". (L'HuffPost)

Su altre testate

La giornata della premier Giorgia Meloni è iniziata con la tradizionale colazione di lavoro, al Quirinale dove è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per approfondire le questioni che saranno oggetto del prossimo Consiglio europeo di Bruxelles. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

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Giorgia Meloni mette i ‘paletti’ nella delicata partita per la scelta dei nuovi vertici Ue. No alla logica dei “caminetti”, “è il popolo che ha sempre ragione, no l’oligarchia”, dice alla Camera durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. (Dire)

La battaglia sulle nomine Ue, Gershkovich a processo in Russia, il golpe sventato in Bolivia, le sfide degli ottavi agli Europei

"Quello che noi vediamo oggi è che ci sono tre partiti che si considerano una maggioranza e che distribuiscono alcuni incarichi apicali. Maggioranza? Lo vedremo in Parlamento, senatore Delrio... Lo vedremo in Parlamento con il tempo". (L'Unione Sarda.it)

La premier, ieri alla camera dei deputati e poi al senato per riferire sul vertice dei capi di stato e di governo che oggi e domani approverà tra l'altro le nomine dei nuovi vertici europei proposte dai negoziatori dei grandi partiti, Ppe, Pse e Alde (Ursula von der Leyen di nuovo presidente della commissione, Antonio Costa presidente del consiglio europeo, Kaja Kallas Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza) ha criticato con forza il metodo seguito per la prima volta, quello che non ha tenuto conto delle nuove forze in campo e ha ristretto il campo delle decisioni, riservata «ai caminetti». (Italia Oggi)

Buongiorno. «La logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una conventio ad excludendum che a nome del governo italiano ho contestato e non intendo condividere». (Corriere della Sera)