Unione europea: rottura sulle nomine, ora trema anche Von der Leyen

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Tiscali Notizie INTERNO

A due settimane dall'incoronazione della nuova Commissione di Ursula von der Leyen, la Commissione von der Leyen rischia di non esserci più. La possibilità che resti seppellita dal prolungato stallo intavolato da popolari, socialisti e liberali è concreta, ed è arrivata fino al Palais Berlaymont. Dove la poltrona della presidente è meno salda di qualche giorno fa. A nulla è valso l'incontro che la leader dell'esecutivo Ue ha organizzato con Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie Hayer. (Tiscali Notizie)

Su altre testate

A sera la rottura è totale: «Raffaele Fitto non avrà i voti dei socialisti, in nessun caso: non è un problema con lui o con l'Italia ma con la destra estrema. Il Ppe ha rotto il patto, se vogliono votare Fitto con un'altra maggioranza lo facciano». (il Giornale)

La nomina della seconda Commissione Europea di Ursula von der Leyen si va complicando sempre di più. Le audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi in pectore, che avrebbero dovuto chiudere l’esame da parte del Parlamento Europeo, hanno prodotto a Bruxelles uno stallo nervosissimo, provocato dai veti incrociati all’interno della maggioranza, tra Popolari e Socialisti. (Adnkronos)

L’Eurocamera ricomincia da tre. Non che abbia mai smesso di arrovellarsi sugli incastri politici, ma i mal di pancia di queste ore riportano a galla i tre profili - sui sette ancora in ballo - da cui passa inevitabilmente la risoluzione dello stallo. (ilmessaggero.it)

Nomine Ue, maggioranza Ursula in bilico. I socialisti: "Fiducia con Ppe rotta, non votiamo Fitto"

Non si sblocca l’impasse all’Europarlamento sulla nuova commissione europea. «Non c’è stato accordo», hanno spiegato fonti parlamentari. (Il Sole 24 ORE)

O forse ha pensato che il suo protagonismo potesse essere speso come garanzia in più per chi, come socialisti e liberali, dentro la maggioranza, alzando la posta, hanno di fatto contestato direttamente le scelte politiche della presidente. (il manifesto)

Riflettori accesi sui sei vicepresidenti esecutivi in pectore e sui veti incrociati all'interno della maggioranza che ha eletto l'ex ministro della Difesa di Berlino, ossia S&d, Renew e Ppe. La nomina della seconda Commissione europea a guida Ursula von der Leyen si va complicando forse in maniera irreversibile. (il Giornale)