Strage rapido 904, Mattarella: Italia unita seppe reagire a eversione
Articolo Precedente
Articolo Successivo
"Questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani" Roma, 23 dic. - "Il primo, intenso pensiero è rivolto ai familiari e a tutti coloro che da allora hanno portato il peso del dolore più intimo e incancellabile. La solidarietà che oggi si rinnova trova le sue radici nella risposta che il popolo italiano seppe, unito, esprimere di fronte all'attacco eversivo. Le Istituzioni seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all'amore per la libertà degli italiani. (Tiscali Notizie)
Ne parlano anche altri media
La strage del rapido 904, che il 23 dicembre di quarant'anni fa costò la vita a 16 persone e provocò 267 feriti, molti in gravi condizioni, è stata ricordata con una cerimonia a San Benedetto Val di Sambro, sull'Appennino tosco-emiliano, alla quale hanno partecipato anche soccorritori dell'epoca e persone rimaste ferite nell'attentato. (Tiscali Notizie)
E dopo, ci riusciranno soltanto tre connazionali: Paolo Rossi, Roberto Baggio e Fabio Cannavaro. Il 23 dicembre 1969 Gianni Rivera, regista del Milan trionfatore in Coppa dei Campioni, vince il Pallone d’Oro con quattro voti in più di Gigi Riva. (OGGI)
L'esplosione che colpisce un treno, cancella vite e macchia di sangue gli ultimi giorni prima di Natale. Nei pressi dello stesso passaggio, dieci anni, prima si era consumata la strage neofascista del treno Italicus. (Corriere della Sera)
Sono le parole di uno dei sopravvissuti alla strage del Rapido 904, “la strage di Natale”, che il 23 dicembre 1984 provocò 15 vittime (che diventarono 16 l’anno dopo con la morte di Gioacchino Taglialatela) e 267 feriti, quando alle 19:08 una bomba piazzata nel quart’ultimo vagone di seconda classe del treno partito da Napoli alle 12:55, lo fece saltare in aria mentre si trovava all’interno della Galleria dell’Appennino, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, vicino a dove anni prima, nel 1974, avvenne un’altra strage ferroviaria, quella dell’Italicus, che le indagini portate avanti in questi quarant’anni, hanno più volte accomunato. (Collettiva.it)
Era il fatidico 33%, appena un punto sopra la Dc ma tanto bastò a riattivare gli spietati custodi degli equilibri atlantici. Nel giugno si erano infatti svolte le elezioni europee e il Partito comunista, anche sull’onda della emozione per la improvvisa morte di Enrico Berlinguer, raccolse tanti consensi, superando per la prima volta quelli della Democrazia cristiana. (Il Fatto Quotidiano)
La domanda è tra chi fossero quei legami: Pippo Calò non era solo il cassiere della mafia, ma l’uomo di collegamento tra Roma e la Sicilia. È difficile credere che abbia deciso da solo, o meglio con la collaborazione soltanto del suo braccio destro nella Capitale. (Corriere della Sera)