L’anniversario. Rapido 904, ferita aperta da 40 anni: «Non fu solo una strage di mafia»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Ansa Ricordare è doloroso, ma necessario. Per provare a chiudere le ferite, ma anche per non lasciare che l’oblio sbiadisca il bisogno di verità e giustizia. Da 40 anni San Benedetto Val di Sambro, piccolo centro adagiato sui dolci pendii dell’Appennino bolognese, commemora la strage del Rapido 904. E da 50 anni fa lo stesso con quella precedente dell’Italicus. Due attentati nello stesso punto, la galleria dell’Appennino. (Avvenire)
La notizia riportata su altri media
Leggi tutta la notizia "Ricorrono quarant'anni dall'antivigilia del Natale 1984, quando una bomba squarciò i vagoni del treno rapido 904 che percorreva la grande galleria dell'Appennino. (Virgilio)
Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Era il 23 dicembre 1984, una domenica prenatalizia, quando, alle 19:08, un ordigno telecomandato esplose nella nona carrozza del treno rapido Napoli-Milano, mentre attraversava la Galleria dell'Appennino, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro. (Giornale La Voce)
L’esplosione all’interno della Galleria dell’Appenino, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro (Bo) provocò la morte sul colpo di 15 persone, tra cui tre bambini di 4, 9 e 12 anni, il ferimento di altri 267 passeggeri e, un anno più tardi, la morte in conseguenza delle gravissime ferite riportate di Gioacchino Taglialatela, la sedicesima vittima. (Corriere della Sera)
A metà del 1984 accadde una cosa in Italia che diede nuovo lavoro alle bande della destabilizzazione. Nel giugno si erano infatti svolte le elezioni europee e il Partito comunista, anche sull’onda della emozione per la improvvisa morte di Enrico Berlinguer, raccolse tanti consensi, superando per la prima volta quelli della Democrazia cristiana. (Il Fatto Quotidiano)
Parole di Rosaria Manzo, 40 anni compiuti a maggio, gli stessi che ci separano dalla strage del Rapido 904, partito da Napoli e diretto a Milano subito prima di Natale, con oltre 600 passeggeri a bordo. (il manifesto)