Politici e giornalisti criticati dall’Anm: ecco da dove parte l’astio di certi magistrati

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La Voce del Patriota INTERNO

Con un documento emanato dall’Associazione nazionale magistrati, parte l’accusa di certa magistratura al centrodestra e al governo, accusati di aver creato un’atmosfera di sfiducia nei confronti dei giudici, con il fine di “preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo di legalità”. Riforma quale la separazione delle carriere dei giudici, che il governo intende attuare allo scopo di tutelare maggiormente i cittadini. (La Voce del Patriota)

Ne parlano anche altre testate

La Costituzione esiste ancora. E lì, all’articolo 101, si può leggere, almeno per ora, che “i giudici sono soggetti solo alla legge”. (la Repubblica)

«È qu… Serracchiani, questa destra si riconosce nella separazione dei poteri su cui si fonda la Costituzione? (la Repubblica)

"È evidente che si vorrebbero dei magistrati allineati a quelle che in qualche modo sono le indicazioni della politica. E la preoccupazione è ancora più forte in una stagione di riforme costituzionali che in realtà, al di là di quello che viene detto apertamente dal ministro, mirano secondo noi proprio a ridimensionare il ruolo e il tono costituzionale della giurisdizione in questo Paese". (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Il viceministro Sisto: “Solo i parlamentari hanno legittimazione popolare, non i giudici”

È così?«No. Temono che screditarli prepari il terreno per sottomettere alla politica il controllo di legalità. (Corriere Roma)

Non esistono "giudici sgraditi" o la volontà di assoggettare i magistrati alla politica, "sono solo slogan folcloristici, nessuna toga sgradita. Parola di Carlo Nordio, ministro della Giustizia, che in un' intervista (Secolo d'Italia)

E sulla possibilità di spostare alle Corti d’appello alcune competenze in materia di migranti fa sapere che sono in corso approfondime… Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, interviene nello scontro tra politica e giudici respingendo «le guerre di religione». (la Repubblica)