«Presidente, si ritiri». Joe Biden, la malattia e il New York Times: ma chi può convincerlo? E chi può sostituirlo in corsa?

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Open SALUTE

Se c’è qualcuno che può convincere Joe Biden a ritirarsi dalla corsa per la presidenza degli Stati Uniti, questa è sua moglie Jill. Per questo dopo il dibattito con Donald Trump tutti gli occhi sono puntati su di lei. Che però per ora non sembra aver cambiato idea. Anche se si parla molto della possibile malattia del marito, ipotizzando il morbo di Parkinson. Mentre anche il New York Times prende posizione: «Per servire il suo paese, dovrebbe lasciare la corsa», scrive il comitato editoriale invitandolo a fare un passo indietro. (Open)

Su altri media

L'81enne Biden "ha dichiarato di essere il candidato con le migliori possibilità di affrontare questa minaccia di tirannia e sconfiggerla. Il New York Times chiede un passo indietro a Joe Biden nella corsa per la riconferma alla Casa Bianca dopo il primo faccia a faccia in diretta tv tra il presidente americano e l'ex presidente Donald Trump in vista delle elezioni di novembre. (Adnkronos)

"Biden ha affermato di essere il candidato con le migliori possibilità di affrontare questa minaccia di tirannia e di sconfiggerla. La disastrosa performance nel duello con l'avversario Donald Trump ha scioccato i Dem: Nell'editoriale dal titolo: "Per servire il suo Paese, il presidente Biden dovrebbe lasciare la corsa" si legge la dura bocciatura. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Dopo la disastrosa prestazione nel dibattito televisivo con Donald Trump, i democratici ora valutano le prossime mosse e come scrive il sito Politico «considerano l'impensabile, ossia che sia il momento per Joe Biden di andarsene». (il Giornale)

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"Biden - si legge nel fondo - ha affermato di essere il candidato con le migliori possibilità di affrontare questa minaccia di tirannia e di sconfiggerla. La sua argomentazione si basa in gran parte sul fatto di aver battuto Trump nel 2020. (la Repubblica)

Il partito sa che sostituirlo adesso sarebbe quasi un suicidio, eppure si bisbigliano insistentemente vari nomi che potrebbero prendere il suo posto nel corso della Convention di Chicago, il 19 agosto. (ilmattino.it)

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