Dazi al 200%: il vino orobico è spaventato: «Cosi addio agli Usa»

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L'Eco di Bergamo INTERNO

«Prima ancora che Trump si insediasse alla Casa Bianca, il mio principale cliente americano mi ha sollecitato di anticipare i tempi della consegna prevista per i prossimi mesi. La paura dei dazi aleggiava già. Non c’è isteria, ma si naviga a vista: non sappiamo che cosa succederà». Le parole di Manuele Biava, produttore di Scanzorosciate che ha consolidato un ponte tra le colline orobiche e New York (e non solo, dato che esporta in tre Continenti il 70% del suo Moscato di Scanzo), fotografano un riflesso della tensione commerciale sull’asse Bruxelles-Washington, che sta trovando nel vino (e nelle bevande alcoliche) parte della sua espressione. (L'Eco di Bergamo)

La notizia riportata su altri giornali

In realtà le conseguenze sono già effettive”, assicura Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato di Ruffino, tra le realtà più antiche e conosciute dell’enologia italiana. – Altro che ombra a stelle e strisce che incombe minacciosa. (LA NAZIONE)

Sul mercato americano i produttori di alcolici non possono vendere direttamente a consumatori, Gdo, bar o ristoranti. Invece, i produttori devono vendere a importatori o distributori, che vendono la merce a supermercati, wine-bar e ristoranti. (il Giornale)

«Tutti i nostri associati hanno ricevuto dagli importatori la richiesta di sospendere le spedizioni perché non vogliono correre il rischio che le bottiglie vengano colpite da dazi prima di aver raggiunto il suolo americano», racconta Micaela Pallini, presidente di Federvini, rientrata dagli Stati Uniti da pochi giorni. (Corriere della Sera)

VIDEO Dazi, Lollobrigida: "D'accordo con Mattarella, crisi commerciale mina anche altri rapporti"

Ma un risultato i dazi di Trump lo hanno già avuto: scatenare una corsa dei grandi esportatori globali a recapitare le loro merci negli Stati Uniti prima del 2 aprile, giorno di entrata in vigore delle tariffe reciproche, ribattezzato da Trump “liberazione nazionale”. (la Repubblica)

Sarà il 2 aprile il D Day per i dazi. Sono 44 mila gli operatori commerciali tricolori potenzialmente colpiti dalle nuove strategie americane in arrivo. (Corriere della Sera)

Abbiamo necessità come Europa, e come Stati Uniti, ma questo non dipende da noi, di essere molto responsabili, perché mettere in crisi rapporti commerciali mina anche rapporti di diversa natura. “Parole nette di Mattarella su dazi? Condividiamo questo tipo di impostazione, specialmente se i mercati sono aperti e senza dazi tra nazioni che hanno valori comuni, come con gli Stati Uniti. (LAPRESSE)