Romania, abbiate il coraggio di dirlo: è un colpo di Stato
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Parliamo dalla Romania. E facciamo senza ipocrisie. Perché quanto successo in un Paese democratico, membro dell’Unione Europea e della Nato, è qualcosa di davvero incredibile. Qui c’è poco da fare filosofia: 19 milioni di rumeni hanno votato al primo turno un signore, Calin Georgescu, che forse “viene dal nulla”, come si dice, ma che comunque aveva un suo passato, una sua storia, incluso un lavoro all’Onu, e guida un suo partito nazionalista filo-russo. (Nicola Porro)
Ne parlano anche altri media
Tutti i documenti dei Servizi romeni sulle campagne social filo Russia alle presidenziali L’annullamento delle presidenziali in Romania è stato deciso sulla base dei contenuti di alcuni rapporti del Servizio Romeno di Intelligence (SRI) e del Servizio di Intelligence Esterno (SIE) che sono stati declassificati e resi pubblici dai diplomatici romeni. (Start Magazine)
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) – Quanto è accaduto col voto in Romania è una “violazione della democrazia, non solo per la Romania ma anche per l’Europa, non si è mai sentita una cosa del genere a livello continentale. (agenzia giornalistica opinione)
La democrazia è un meccanismo delicato, da proteggere con determinazione, ma anche da maneggiare con cura. La sentenza della Corte costituzionale di Bucarest, che ha annullato il primo turno delle presidenziali a due giorni dal ballottaggio originariamente previsto per oggi, rappresenta un pronunciamento senza precedenti, il cui rilievo non può essere sottovalutato. (Avvenire)
Le cause ufficiali parlano di problemi legati a TikTok e alla diffusione che il candidato vincente Georgescu sarebbe riuscito a ottenere tramite la piattaforma cinese, ma i motivi della Corte Costituzionale sono stati resi pubblici, e di accuse effettivamente illegali non c’è traccia. (Radio Radio)
La polizia romena ha effettuato, ieri, delle perquisizioni in tre edifici nella città di Brasov legati a vario titolo Bodgan Peschir, 36enne programmatore informatico e uomo d’affari. La pista porta in Transilvania, la regione indissolubilmente legata al mito del Conte Dracula. (ilmessaggero.it)
Paolo Mieli, la Romania vuole respingere lo spauracchio russo con una grande coalizione filo europea. Ovviamente faccio il tifo perché il maggior numero di questi paesi ex comunisti siano accolti in Europa, ma non in questo modo. (Il Fatto Quotidiano)