Il Pd, la malagiustizia e la malafede

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INTERNO

Il dibattito che si è aperto intorno alla proposta di istituire una giornata in memoria degli errori giudiziari ha suscitato un notevole stupore, considerando che, in un Paese come il nostro, la giustizia è spesso percepita come un sistema inefficiente. I numeri parlano chiaro: migliaia di innocenti arrestati, costi per la riparazione in capo allo Stato che ammontano a centinaia di milioni, e tempi dei processi che superano di tre volte la media europea. L'iniziativa di istituire una giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi, ha incontrato l'opposizione dell'Associazione Nazionale Magistrati, che ha espresso il proprio dissenso in modo deciso.

La Fondazione Luigi Einaudi, tuttavia, insiste sulla necessità di questa commemorazione, annunciando che, se il Parlamento non dovesse procedere, sarà la stessa Fondazione a lanciare una grande iniziativa ogni 17 giugno. Questa data non è casuale: il 17 giugno 1983, infatti, venne arrestato Enzo Tortora, protagonista di uno degli errori giudiziari più simbolici della storia repubblicana. La proposta di istituire una giornata per le vittime di malagiustizia, sebbene possa sembrare una misura simbolica, rappresenta un riconoscimento importante per coloro che hanno subito ingiustizie a causa di errori giudiziari.

Il termine "errori giudiziari", come sottolineato nel libro "La Repubblica delle Toghe", è in qualche modo fuorviante, poiché spesso non si tratta di semplici errori, ma di sentenze combinate a tavolino, che vengono smascherate solo nei successivi gradi di giudizio. Il Parlamento, nel voler istituire questa giornata, sembra riconoscere implicitamente il proprio fallimento nel garantire una giustizia efficiente e giusta.

L'Associazione Nazionale Magistrati, dal canto suo, ribadisce il proprio no a questa iniziativa, sostenendo che non è un punto all'ordine del giorno dell'assemblea straordinaria convocata in Cassazione contro le riforme del governo.