Prigioniero ottiene 1,4 milioni $ di risarcimento dopo 46 anni nel braccio della morte in Giappone

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Sole 24 ORE ESTERI

Scagionato dall’accusa di un quadruplice omicidio dopo 46 anni di carcere, gran parte dei quali trascorsi nel braccio della morte, un cittadino giapponese, che era il detenuto a morte più longevo al mondo , ha ricevuto 1,4 milioni di dollari di risarcimento . Lo riporta il Guardian, citando autorità locali. A Iwao Hakamada , oggi 89enne, sono stati riconosciuti 12.500 yen (pari a 83 dollari) per ogni giorno trascorso in detenzione. (Il Sole 24 ORE)

Su altri media

Dopo una lunga battaglia legale, nel 2024 è stato assolto definitivamente grazie a nuove analisi del Dna. Secondo l'emittente pubblica giapponese NHK, i vestiti macchiati di sangue utilizzati per incastrarlo erano stati in realtà manipolati e introdotti come prova ben dopo i delitti. (Vanity Fair Italia)

E probabilmente da oggi sarà la vittima di malagiustizia che avrà ottenuto il risarcimento più cospicuo. Ha trascorso 46 anni in carcere prima di essere scagionato dall’accusa di quadruplice omicidio. (Radio Norba News)

Una vita sospesa, rubata da un’accusa infamante: quella di un quadruplice omicidio avvenuto nel 1966. Quarantasei anni trascorsi in una cella, gran parte dei quali nel braccio della morte, con l’ombra dell’esecuzione che incombeva ogni giorno. (Il Fatto Quotidiano)

Un cittadino giapponese è stato scagionato dopo 46 anni nel braccio della morte

1.143 giorni dopo il suo arresto e dopo la morte di sua madre – che non gli fu comunicata se non dopo mesi - Iwao Hakamada scrive ai suoi familiari: “La mamma mi è apparsa in sogno stamattina. Sembrava stesse bene. (Avvenire)

In Giappone, Iwao Hakamada, un ex pugile di 89 anni, ha vissuto un calvario che pochi possono immaginare. Arrestato nel 1966 con l’accusa di aver massacrato il suo datore di lavoro, la moglie e i due figli, Hakamada ha trascorso 46 anni nel braccio della morte, diventando il detenuto più longevo al mondo in attesa dell’esecuzione. (BlogSicilia.it)

L'uomo, secondo i magistrati, aveva subito «interrogatori disumani volti a costringerlo a rilasciare una confessione» che in seguito ha ritrattato. La stessa Corte ha stabilito a settembre, in un nuovo processo, che Hakamada non era colpevole e che la polizia aveva manomesso le prove. (Corriere del Ticino)