Nuove rivelazioni L'esplosione dei cercapersone in Libano è un mistero, ma spunta il nome di una donna svizzera

Nuove rivelazioni L'esplosione dei cercapersone in Libano è un mistero, ma spunta il nome di una donna svizzera
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blue News | Svizzera italiana ESTERI

Che il 17 settembre hanno provocato più di 2.800 feriti e 12 morti in Libano - sono ancora oggetto di vari interrogativi. Chi c'era dietro questo attacco? La pista porta ora a Zurigo, dove una donna, P. Ellenberg, sembra essere stata coinvolta nell'operazione. (blue News | Svizzera italiana)

La notizia riportata su altre testate

A rivelarlo è un'inchiesta condotta dal quotidiano norvegese VG (il Giornale)

Dopo dodici giorni di attacchi e strategie psicologiche, prima con i cercapersone esplosivi e poi con vere e proprie campagne di bombardamento aereo, è sempre più difficile distinguere la realtà dalla suggestione sui fronti che coinvolgono Israele. (il manifesto)

«Poiché i leader di Hezbollah temevano possibili sabotaggi, i cercapersone non potevano essere originari di Israele, degli Stati Uniti o di altri alleati del 'nemico sionista'. (Corriere del Ticino)

Un piano lungo 10 anni e un preciso messaggio prima dell’esplosione: ecco come Israele ha colpito Hezbollah con i cercapersone

La Ellenberg Trading di Hong Kong avrebbe effettuato pagamenti per oltre 1,4 milioni di franchi a una società bulgara di proprietà di un norvegese. Quest’ultimo si trovava negli Stati Uniti quando i cercapersone, lo scorso 17 settembre, sono esplosi in Libano, causando numerosi morti e feriti. (Corriere del Ticino)

Purtroppo è ormai evidente come l’esplosione dei cercapersone fosse solo la prima fase di una campagna più grande. La scorsa newsletter era dedicata all’esplosione dei cercapersone e dei walkie-talkie in Libano (se non l’avete letta o in generale non avete seguito bene la vicenda dateci un’occhiata, perché darò alcune cose per scontate). (Analisi Difesa)

Il Mossad ha impiegato quasi dieci anni a mettere in atto il piano che ha portato all’enorme operazione d’intelligence che ha colpito Hezbollah facendo esplodere dei cercapersone. L’obiettivo, rivela un’inchiesta del Washington Post, era quello di uccidere o mutilare più combattenti possibile, così da decimare le milizie sciite del partito libanese. (Il Fatto Quotidiano)