Multe CO2, de Meo: "16 miliardi di investimenti in meno"

Multe CO2, de Meo: 16 miliardi di investimenti in meno
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La Gazzetta dello Sport ECONOMIA

Nel 2025 ogni casa automobilistica nell'Unione europea sarà soggetta al pagamento di una forte multa nel caso in cui le emissioni di CO2 medie della propria gamma di veicoli superino il limite di 95 grammi per chilometro imposto dall'UE (oggi questo limite è pari a 110 g/km, e nel 2023 l'unico costruttore multato è stato Bugatti). Nello specifico, la sanzione è pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 eccedente il limite, moltiplicato per il numero di vetture vendute dal costruttore all'interno dell'Unione. (La Gazzetta dello Sport)

Ne parlano anche altri media

L'appello alla Commissione europea di Luca de Meo, presidente dell'associazione: "Multe Ue sottrarranno 16 miliardi di investimenti nel settore" ascolta articolo (Sky Tg24 )

ROMA (ITALPRESS) – Inizierà a gennaio il dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica, che era stato preannunciato nelle scorse settimane dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. (CremonaOggi)

Le super multe se nel 2025 non rispetteranno le nuove (e più severe) norme UE sulle emissioni di CO2 pendono come una spada di Damocle sulle Case automobilistiche, col rischio di aggravare ulteriormente una situazione economica già molto difficile. (SicurAUTO.it)

Emissioni e multe, i costruttori di auto europei alla Ue: “Fate chiarezza entro fine anno”

Nel 2025 entreranno in vigore i nuovi limiti europei sulla riduzione della CO2 per auto e furgoni. Il mancato raggiungimento degli obiettivi si tradurrà in enormi multe per i costruttori, con l’industria che potrebbe perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento. (Milano Finanza)

Lo segnala un rapporto dell'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) che rappresenta i 16 principali produttori del Continente. (Il Messaggero - Motori)

E invitano l'Ue a fare chiarezza in materia di occupazione e investimenti prima della fine dell'anno, per sostenere anziché ostacolare la transizione verde ed evitare danni inutili alla competitività dell'Europa. (la Repubblica)