Le voci dei curdi siriani preoccupati dopo la caduta di Assad

Le voci dei curdi siriani preoccupati dopo la caduta di Assad
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Tiscali Notizie ESTERI

I curdi siriani di Qamishli esprimono preoccupazione per il loro futuro dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad, mentre il nuovo primo ministro ad interim della Siria giura di proteggere i diritti delle minoranze dopo che i ribelli a guida islamica hanno posto fine al regime repressivo di Bashar al-Assad."Con la caduta di questa dittatura (di Assad), speriamo che si instauri uno Stato democratico, dove i diritti di ogni individuo e di tutte le religioni siano rispettati e protetti - Shaid Abu Rasho, residente - Noi curdi, in quanto secondo gruppo etnico in questo Paese, vogliamo che sia uno Stato federale, non una dittatura". (Tiscali Notizie)

Se ne è parlato anche su altre testate

Non vogliamo essere un Afghanistan bis". Non sappiamo quali scenari si apriranno ma attenzione a cosa farà la Russia. (Fanpage.it)

Mercoledì scorso le fazioni armate dell’opposizione hanno lanciato un attacco a sorpresa, durante il quale sono riuscite a sottrarre il controllo della città di Aleppo alle forze governative. Con le notizie sulla Siria, le fazioni siriane sono diventate il fulcro di discussioni e indagini, soprattutto alla luce della mappa della galassia dei gruppi armati del paese. (Notizie Geopolitiche)

Il rovesciamento di Bashar al-Assad è stato accolto con grandi festeggiamenti. Ma la situazione è piena di incognite. La condizione dei curdi è la cartina di tornasole di questo momento di incertezza (Jacobin Italia)

La Turchia sguinzaglia i suoi. Curdi assediati a Manbij

"Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano", si legge nel comunicato delle forze curdo-siriane diffuso poco fa ai media. (La Tribuna di Treviso)

Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. (Sky Tg24 )

PRIMA ANCORA che il regime cadesse, migliaia di persone si erano radunate per festeggiare il ritiro delle truppe di Damasco che occupavano l’aeroporto internazionale di Qamishlo. (il manifesto)