Ecco perché i vini artigianali hanno successo. I sette da non perdere

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la Repubblica INTERNO

BOLOGNA. Un terzo delle aziende presenti a Slow Wine Fair 2025 appartiene al variegato mondo dei vini artigianali, biodinamici e naturali. Una tipologia che avvicina idealmente il wine lover alla natura. Ma dove risiede il successo di questi prodotti e perché sono così richiesti? Un ruolo importante lo gioca il desiderio di trovare una via di connessione con la terra, un ritorno alla natura che dagli anni post Covid ha esercitato e sta esercitando un appeal sempre maggiore sulle persone. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Nella giornata di mercoledì una delegazione di degustatori e buyer europei provenienti da Slow Wine Fair, la kermesse dedicata al vino di Bologna è stata ospite della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini e di Visit Rimini. (News Rimini)

Oltre alle cantine, sette ristoranti oltrepadani sono stati premiati con il riconoscimento Slow Wine Premio Carta Vini Terroir Oltrepo Pavese. U n riconoscimento che da una parte conferma la qualità di alcuni storici locali e dallaltra consacra anche delle nuove proposte. (Italia a Tavola)

Il tema della biodiversità e sostenibilità è stato dominante in questa fiera internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto ed è anche stato il fulcro attorno al quale è avvenuta la selezione delle cantine da parte di Slow Food. (la Repubblica)

“Io credo in bio”: i produttori astigiani a Bologna per la Slow Wine Fair

Una giuria composta da esperti di Milano Wine Week, di professionisti di Slow Food e dal pubblico di appassionati, ha assegnato 39 riconoscimenti che celebrano in particolare la cultura del bere bene.. (Virgilio)

E, proprio come da previsioni, la kermesse internazionale del vino buono, pulito e giusto chiude con il sorriso. Slow Wine Fair e Sana Food chiudono le porte di BolognaFiere salutando ben quindicimila visitatori. (il Resto del Carlino)

Fu un primo passo verso la valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità, pilastri della cultura del vino sostenibile. La rivoluzione del vino biologico italiano incominciò dall’Astigiano nel 1992 quando a Bubbio, Gianfranco Torelli diede vita al primo vino bio certificato in Italia: un Moscato d’Asti docg. (La Stampa)