A2A, investimenti per 22 miliardi: sedici per la transizione ecologica
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A2A aggiorna il proprio piano strategico 2024-2035 che vede confermati 22 miliardi di euro di investimenti nel periodo 2024-35: sei per l’economia circolare e 16 per la Transizione energetica. Lo ha deciso nel corso del Consiglio di Amministrazione di A2A Spa, presieduto da Roberto Tasca, che ha esaminato e approvato l’Aggiornamento del Piano Strategico 2024-2035 che mantiene saldi gli obiettivi di crescita industriale del Gruppo definiti nel Piano di marzo 2024. (BergamoNews.it)
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Un record storico, che apre sotto i migliori auspici un ambizioso piano di sviluppo decennale all'insegna della sostenibilità. Trainata soprattutto dall'aumento della produzione idroelettrica e della marginalità sulle vendite, il gruppo A2A si appresta a chiudere il 2024 con un utile «mai visto prima» da 800 milioni di euro. (Prima Brescia)
Progetti che hanno ispirato la nuova strategia del gruppo ora orientata alle infrastrutture energetiche e denominata LifeYards: i cantieri della Life Company per una transizione competitiva e la circolarità. (il Giornale)
Con una sinergia saldamente incentrata sui due pilastri della Transizione energetica e dell’Economia circolare e che coniuga decarbonizzazione e competitività, il Piano conferma investimenti per 22 miliardi di euro. (Adnkronos)
3' di lettura Il nuovo piano al 2035? «Lancia un messaggio chiaro: l’Europa deve realizzare infrastrutture per la transizione green per essere competitiva e autonoma». Le gare sulle concessioni idroelettriche? «Chi ci paragona ai balneari sbaglia: servono grossi investimenti e non si possono regalare asset strategici agli stranieri». (Il Sole 24 ORE)
Così la sindaca Laura Castelletti commenta i dati presentati ieri dalla multiutility. «I dati economici - scrive Castelletti in una nota - sono la dimostrazione concreta della bontà degli investimenti e della strategia industriale portata avanti con determinazione dal gruppo guidato da Renato Mazzoncini. (brescia.corriere.it)
“Il dibattito sul nucleare intercetta il tema di come colmare, una volta che saremo al 60% dell’autonomia energetica, il divario che resta per arrivare 100%. Ad oggi, parlando con qualunque nuclearista, nessuno vede la necessità di rallentare le rinnovabili. (Il Sole 24 ORE)