Italia a mani vuote nelle nomine europee anche se cresce più di Francia e Germania

Italia a mani vuote nelle nomine europee anche se cresce più di Francia e Germania
Milano Finanza INTERNO

Parigi balla sull’orlo del baratro del debito pubblico ma disfa a suo piacimento nomine, politiche e rapporti nell’Unione. Berlino, che ha imposto il ritorno del rigore, ha i suoi problemi di bilancio, con il debito che cresce più che in Italia. Anche nella crescita 2023 Roma (+0,9%) tiene il passo della Francia (+0,9%) e ha batte la Germania, in recessione. Ma tutto ciò sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare la Ue (Milano Finanza)

Su altre fonti

Il sì alla triade che la tedesca formerà per i prossimi cinque anni ha trovato i numeri necessari intorno al tavolo. (Avanti Online)

Ma la sua posizione è stata tutt’altro che ferma: si è opposta alle candidature di Antonio Costa come presidente del Consiglio Ue e di Kaja Kallas Alto rappresentante per la Politica Estera, ma ha mostrato ambiguità su Ursula von der Leyen, astenendosi sulla sua riconferma a capo della Commissione. (Il Fatto Quotidiano)

Il numero magico, cioè, necessario per superare indenne le forche caudine dell’Europarlamento, quando - la data da cerchiare è il 18 luglio - il suo nome per un bis alla guida della Commissione sarà messo al voto della plenaria. (ilmessaggero.it)

Nomine Ue, la tattica della premier Meloni (che punta ancora al risultato)

Non pensa affatto, come in tanti dalle opposizioni le rimproverano e come alcuni quotidiani europei la dipingono, di aver incassato una sconfitta, isolando e condannando all’irrilevanza l’Italia. Giorgia Meloni è tornata da Bruxelles nella notte tra giovedì e venerdì, comprensibilmente provata dalle trattative convulse al tavolo del Consiglio europeo, eppure convinta di aver agito per il meglio e «per il bene della nazione». (Corriere della Sera)

– Un’astensione su Ursula von der Leyen, un “no” ad Antonio Costa e a Kaja Kallas. Al termine della lunga giornata del Consiglio europeo, quando a Bruxelles è già notte, è questa la posizione su cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni schiera l’Italia. (Gazzetta Matin)

Bruxelles – Il primo ostacolo è superato, ora all’orizzonte ce n’è un altro da non sottovalutare per Ursula von der Leyen, se vuole puntare ad altri cinque anni al Berlaymont. (EuNews)