Elezioni regionali, una vera svolta?
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Il centrosinistra batte un doppio colpo, finisce bene l’anno e tira un grande sospiro di sollievo. Il girone di andata della legislatura si conclude infatti con un 11 a 3 a vantaggio del centrodestra. Negli ultimi due anni lo schieramento guidato da Giorgia Meloni aveva vinto sempre alle Regionali tranne che in Sardegna nove mesi fa. Ieri invece, proprio come era avvenuto in Sardegna, il cosiddetto «campo largo» è riuscito a riconquistare l’Umbria. (Corriere della Sera)
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Nello stesso tempo si registra un forte calo di votanti, dal 67,67% al 46,42%. Il risultato è un successo netto del campo largo che vince col 57,33% e soprattutto del Pd che raggiunge una percentuale elevata, passando dal 34,69% di Stefano Bonaccini nel 2020 al 41% di Michele De Pascale. (Il Fatto Quotidiano)
Meloni e le due sconfitte alle Regionali: «Interroghiamoci sul voto». Qualcosa deve essersi inceppato in Umbria, se è vero che alla vigilia tutti, a cominciare da Giorgia Meloni, credevano fosse possibile strappare un'altra volta l'ex roccaforte rossa, riconsegnarla nelle mani della bis-candidata Donatella Tesei. (ilmessaggero.it)
Sono appena le 15 e 30 alla Casa CostArena a Bologna e i seggi sono chiusi da appena mezz’ora, ma i dem sentono già di aver vinto e in modo inequivocabile: la prima proiezione non lascia dubbi. Alle 17 arriva Michele de Pascale, accompagnato dalla segretaria Elly Schlein e dall’ex governatore e presidente del Pd, Stefano Bonaccini e, a scrutinio in corso, abbandona ogni cautela. (Il Fatto Quotidiano)
Il Pd fa il pieno in Emilia-Romagna a scapito dei suoi alleati, FdI crolla in Umbria, in entrambe le regioni il M5s esce con le ossa rotte, bene Avs, stabili Fi e Lega. Il centrodestra avrà motivi di approfondimento, soprattutto riguardo a linguaggi tra alleati che a tratti sembrano inconciliabili. (Italia Oggi)
Complimenti al Pd. Le vittorie in Emilia-Romagna e Umbria hanno, in primis, valore in sé in quanto prospettano buona politica per emiliano-romagnoli e umbri, per questi ultimi dopo una parentesi grigia, dove è stata evidente finanche l’inconsapevolezza del declino impressionante vissuto dalla regione. (L'HuffPost)
In un gioco di cerchi concentrici che parte da una situazione mondiale segnata dalla catastrofe delle guerre, dell’ambiente impazzito, da una democrazia messa a dura prova nel fortino americano che dal secondo dopoguerra ha garantito la pace nell’Occidente e ora assiste allo sconcertante risiko di nomi che Donald Trump ed Elon Musk spostano con disinvoltura sul loro scacchiere, passa per un’Europa che non decolla e arriva in un’Italia segnata da un clima di tensione che si sperava archiviato, i risultati delle elezioni regionali di Emilia Romagna e Umbria appaiono come un puntino. (Avvenire)