Matteo Lepore sulle regionali: “Bologna decisiva. Rimpasto? Prima ascolterò i cittadini”
Articolo Precedente
Articolo Successivo
– Non si pente degli affondi contro il corteo di patrioti e Casapound, rivendica il ruolo di Bologna nella vittoria di de Pascale e congela il possibile rimpasto nella giunta di Palazzo d’Accursio che tutti davano per inevitabile dopo il voto. Ma soprattutto, delinea nei prossimi anni di governo in viale Aldo Moro e in Comune, l’orizzonte per il centrosinistra con cui tornare maggioranza nel Paese. (il Resto del Carlino)
La notizia riportata su altri giornali
Elly Schlein scommette sul sicuro: il risultato elettorale del suo partito e della sua coalizione nelle due regioni in ballo lo attende a Bologna. Lì la vittoria è certa, e del resto è lì che la segretaria Pd vota: si presenta al seggio in tarda mattinata, scherza col presidente di seggio che si augura che «non le si rompa la matita come l'altra volta», e poi la insegue per ridarle la scheda elettorale che ha dimenticato. (il Giornale)
Sul muro esterno del centro civico Giorgio Costa un gigantesco murale di Umberto Eco vigila tranquillo sulla strada dove sorge il cinema Lumiere e la facoltà fondata del semiologo. (il manifesto)
BOLOGNA — È diventato sindaco per un tragico gioco del destino: l’infarto che alla vigilia delle comunali 2016 stronca il candidato del centrosinistra in corsa a Ravenna. «Ora tocc… (la Repubblica)
Il giorno dopo la sconfitta elettorale il centrodestra riflette sulla battuta d'arresto e non si sottrae a una riflessione sulle cause del passo falso in Emilia Romagna e in Umbria. (il Giornale)
«Certo, un 3-0 alle Regionali sarebbe stato meglio di un 2-1», dice l’europarlamentare dem Brando Benifei a poche ore dalle vittorie progressiste in Emilia Romagna e Umbria. (La Repubblica)
Questo sì che, dopo la cocente sconfitta in Liguria, avrebbe destabilizzato le leadership dei partiti del fu «campo largo»: sia Conte che Elly Schlein avrebbero dovuto cospargersi il capo di cenere e ci sarebbero state reazioni all’interno dei loro partiti. (L'Eco di Bergamo)