In Parlamento deflagra lo scontro tra Meloni e Salvini
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’ordine arrivato via chat che diceva “alla replica bisogna essere tutti in aula” non elimina il fatto che l’assenza di più di sessanta deputati della Lega alla Camera dei deputati durante le comunicazioni di Giorgia Meloni sia diventata un caso. Troppi per non essere un problema politico e un segnale preciso. La scusa dei treni in ritardo rende peraltro la questione anche paradossale visto che il ministro dei trasporti è proprio Salvini. (Radio Popolare)
La notizia riportata su altre testate
Non saranno i toni di Atreju, anche perché la premier non si è ancora ripresa del tutto dall’abbassamento di voce che l’ha colpita dopo la festa di Fratelli d’Italia. Anche se il modello del presidente argentino con la motosega «non è replicabile da noi». (ilmessaggero.it)
I deputati leghisti dicono che sono in ritardo a causa dei ritardi dei treni, oggi l’Italia è piena di chiodi…”. Bonelli ha ribadito la contrarietà del gruppo alla corsa al riarmo. (Il Fatto Quotidiano)
Dunque: assenza del vicepremier nonché leader della Lega dai banchi del governo. Doveva scoppiare, prima o poi, lo psicodramma leghista. (La Stampa)
Disorganizzazione e assenteismo da martedì mattina. Segnale polemico alla premier in piena sessione di bilancio. (il Giornale)
Tutti a chiedersi nei banchi affollatissimi di FdI: «Dove stanno i leghisti? Già tornati nelle loro valli a cercare di riacciuffare i voti del Nord che ormai sono nostri?». I deputati del Carroccio a Montecitorio non si fanno quasi vedere. (ilmessaggero.it)
ROMA. Visibile imbarazzo nelle truppe della premier. (La Stampa)