Meloni: “A Fitto portafogli da mille miliardi, missione compiuta”. Vedrà Zelensky: sostegno a Kiev
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"Il prossimo Consiglio europeo” quello di giovedì 19 dicembre, sarà “il primo di questa legislatura", i lavori "saranno più snelli e concreti", è "una impostazione che condivido molto", occorre "focalizzare l'attenzione sulla missione dell'Europa", dice la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni in Aula prima del consiglio Ue in programma tra due giorni. Giacca rossa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla sua destra (non c’è Matteo Salvini), la presidente del Consiglio prende la parola davanti a un aula semi vuota, soprattutto i banchi della Lega. (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri media
In privato, a metà mattina, Giorgia Meloni cerca di capire perché i leghisti abbiano dato forfait. ROMA — Al microfono se la prende col Pd, che dovrebbe fare «un corso di voodoo», perché le «macumbe» anti-governo «non stanno funzionando». (la Repubblica)
Ha perso un'ottima occasione per tacere, Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Nazareno, oggi alla Camera durante le comunicazioni della premier Meloni in vista del prossimo consiglio europeo. (Secolo d'Italia)
Quei banchi vuoti della Lega mentre parlava Giorgia Meloni: li avrà visti no? «In effetti ho subito notato che nei loro banchi i deputati erano solo tre e nemmeno i ministri abbondavano: in un momento così, salta subito all’occhio. (la Repubblica)
Puntuali, energiche, a tutto campo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni nell'aula di Montecitorio in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre. (Secolo d'Italia)
Gli uomini dell’ala più dura di Fratelli d’Italia sono proprio rabbiosi. Invoca ancora una volta la «compattezza» della sua maggioranza, Giorgia Meloni, ma lo fa prendendo la parola in Aula, alla Camera, di fronte ai banchi semideserti della Lega. (La Stampa)
Dunque: assenza del vicepremier nonché leader della Lega dai banchi del governo. E l’aula della Camera ieri, convocata per le comunicazioni della premier sul Consiglio europeo era il palcoscenico ideale, e Salvini non se l’è fatto sfuggire. (La Stampa)