«Extra profitti» di guerra, un doppio errore
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La posizione del G7 sull’esproprio degli extra profitti russi è da condannare due volte. Perché è un ulteriore innalzamento della tensione con Putin e perché la sua reale efficacia economica sarà probabilmente molto limitata. Si tratta insomma di un inganno, e per di più di un inganno pericoloso. Politicamente, l’annuncio di voler finanziare un prestito da 50 miliardi di euro all’Ucraina con gli extra profitti derivanti dai beni russi rappresenta un’escalation e un nuovo passo verso il coinvolgimento dei Paesi europei nel conflitto. (il manifesto)
La notizia riportata su altri giornali
Nel corso della riunione che si è tenuta in Puglia, i Paesi del G7 hanno stabilito di concedere un prestito di 50 miliardi all’Ucraina per le spese militari e la ricostruzione, il prestito sarà finanziato tramite i profitti ottenuti dagli asset russi congelati. (L'HuffPost)
Qual è stata la decisione del G7 sugli aiuti economici all'Ucraina finanziati con gli asset russi sequestrati. I numeri, l'accordo politico, le incognite tecniche e il progetto americano silurato dai Paesi europei. (Start Magazine)
L’accordo fra Stati Uniti e Ucraina siglato al G7 pugliese mostra che l’America oltre una certa soglia non può proprio impegnarsi. Cosa prevede: un impegno politico a fornire per dieci anni armi, intelligence e altre forme di supporto bellico a Kiev. (Limes)
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“Rimaniamo fortemente impegnati ad aiutare l’Ucraina a soddisfare le sue urgenti esigenze di finanziamento a breve termine, nonché a sostenere le sue priorità di ripresa e ricostruzione a lungo termine”, si aggiunge. (Agenzia askanews)
Russia pronta a negoziare se Kiev si ritira dalle regioni annesse. Zelensky: "Sono gli stessi messaggi che mandava Hitler" (LAPRESSE)
Secondo quanto ha dichiarato Putin, che ha accompagnato la sua offerta con una serie di minacce verso l’Occidente e l’Europa, la fine delle ostilità e i negoziati di pace sarebbero a portata di mano se Kiev rinunciasse a Crimea, Zaporizhzhia, Donetsk, Lugansk e Kherson e se l’Ucraina si proclamasse neutrale e rinunciasse quindi all’ingresso nella Nato. (Italia Oggi)