"Chi nasce in Italia è italiano". Al Pd lo Ius scholae non basta (di F. Olivo)

"La nostra proposta è lo ius soli. Chi nasce in Italia è italiano. Ovviamente ci possono essere paletti e correttivi ma senza fare pasticci e derogare dal principio". Mano tesa alla maggioranza, ma non troppo. E, soprattutto a certe condizioni. Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione del Pd, parlando con HuffPost della riforma della cittadinanza disegna paletti ben precisi. Che restringono lo spazio della negoziazione ma rendono più chiaro il punto di partenza per trovare una (futuribile) intesa con la maggioranza. (L'HuffPost)

Su altri media

ROMA — «Esistono leggi urgenti, poi ce ne sono altre che sono - più semplicemente - giuste. Una riforma della cittadinanza che consenta di riconoscere prima della maggiore età e meglio diritti e tutele ai compagni di scuola dei nostri figli lo è senza dubbio». (la Repubblica)

La qualifica di stranieri è dovuta all’origine: figli di immigrati ma spesso nati nel nostro Paese. Parlano italiano, vestono in prevalenza nello stesso stile dei loro coetanei e non di rado hanno gusti simili, dalla musica alla passione per le squadre di calcio. (L'Eco di Bergamo)

– Il tema della riforma della cittadinanza torna a infiammare il dibattito politico italiano, grazie alle recenti dichiarazioni del vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. (Stranieri in Italia)

Tante parole ma zero fatti, almeno finora, nonostante siano state avanzate più disegni di legge e si faccia spesso confusione tra varie terminologie. Rivedere la legge che concede la cittadinanza italiana agli stranieri, in particolare ai minori? La questione è ripartita l'indomani dei successi azzurri alle Olimpiadi di Parigi ma il tema, polarizzante come pochi altri, è sul tavolo della politica da oltre dieci anni. (Corriere della Sera)

“Non ci interessano le solite logiche ed i ricatti tra i partiti, tantomeno ci interessa chi è a governare. (Adnkronos)

Cosa significhi una frase del genere, e che effetti possa avere, è facile intuirlo osservando l’atteggiamento dei Fratelli d’Italia: tacciono imbarazzati, non si espongono, prendono tempo o parlano d’altro. (la Repubblica)