Reporter svedese arrestato all’arrivo in Turchia

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Il Sole 24 ORE ESTERI

Il giornalista svedese Joakim Medin è stato messo in custodia dopo essere atterrato in Turchia per seguire le proteste anti governative. “Prendiamo sempre sul serio la privazione della libertà dei giornalisti. Sappiamo che un giornalista svedese è stato privato della libertà in relazione al suo ingresso in Turchia. Il Consolato Generale a Istanbul è in contatto con le autorità locali”, ha scritto su X la ministra degli Esteri svedese, Maria Malmer Stenergard. (Il Sole 24 ORE)

Su altri giornali

La lettera Amnesty International si è unita ad altre 11 organizzazioni nel chiedere alle autorità turche di cessare immediatamente gli attacchi contro i manifestanti pacifici, di smettere di prendere di mira giornalisti e canali di informazione e di porre fine alla repressione della libertà di parola online. (Amnesty International)

Anche Pikachu si unisce alle proteste contro Recep Tayyip Erdogan e contro l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu. In un clima di crescente tensione, tra cortei e scontri di piazza, spunta un video che cattura l’attenzione: tra i manifestanti di Antalya appare una figura insolita, quella del celebre Pokémon giallo. (Sky Tg24 )

EstOvest, la rubrica televisiva della Tgr dedicata all'Europa orientale, danubiana e balcanica, torna in onda domenica 30 marzo alle 11.05 su Rai 3. Negli ultimi giorni si sono succedute numerose manifestazioni, represse a manganellate dalla polizia. (Rai Storia)

È l’immagine-simbolo delle proteste che scuotono la Turchia dopo l’arresto A Istanbul la primavera è arrivata in anticipo, ma non profuma di gelsomini. (Secolo d'Italia)

Con questo e altri slogan, alcune decine di studenti e cittadini turchi residenti a Pisa sono scesi in piazza questo pomeriggio per protestare contro l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e principale oppositore del presidente Recep Tayyip Erdogan. (LA NAZIONE)

Il silenzio dei governi del mondo "è assordante" e i leader europei "non hanno offerto una risposta forte": è l'accusa di Ekrem İmamoğlu, in un lettera scritta dal carcere di Silivri e pubblicata venerdì dal New York Times. (Euronews Italiano)