Di estrema destra e filo-Putin, valanga Georgescu in Romania
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Le più sorprendenti presidenziali del dopo comunismo. Uno tsunami politico che rischia di consegnare la Romania nelle mani dell’estrema destra. A generare lo stupore nel paese balcanico all’indomani del primo turno delle elezioni è stato Calin Georgescu, candidato indipendente, semi-sconosciuto politicamente, su posizioni pro-Russia, anti-occidentali e anti-Nato, delfino dell’altro rappresentante dell’estrema destra, quel George Simion dell’Aur ampiamente superato dal suo allievo e finito al quarto posto con un deludente (per lui) 13.8%. (il manifesto)
Ne parlano anche altri media
Trentacinque anni dopo la violenta caduta del regime comunista di Nicolae Ceaușescu e l’instaurazione di una democrazia filo-europeista, la Romania si riavvicina all’orbita della Russia, allontanandosi un po’ di più dall’Unione Europea e dall'Occidente in generale. (L'HuffPost)
Terremoto politico, tsunami, choc: sono questi i termini che prevalgono all’indomani del primo turno delle presidenziali in Romania, vinte a sorpresa dall’esponente di estrema destra filorusso Calin Georgescu, praticamente uno sconosciuto fino al momento della sua candidatura, che andrà al ballottaggio l’8 dicembre con Elena Lasconi, sindaca e politica di centrodestra, ritenuta anche lei una outsider alla vigilia, ma che è riuscita nell’impresa di arrivare seconda. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Filorusso, ammiratore di Putin, star di Tiktok e gaffeur: questa è la sorpresa delle ultime urne presidenziali rumene. Lo conoscevano in pochi Calin Georgescu, il candidato indipendente che ieri, al primo turno, è riuscito ad aggiudicarsi un vantaggio inatteso. (Il Fatto Quotidiano)
Entrambi hanno in comune la loro opposizione all’establishment politico nazionale, che esce con le ossa rotta dalla competizione. (InvestireOggi.it)
Un ultranazionalista di estrema destra, ammiratore di Putin, antieuropeo e filorusso, un tiktoker antisistema che disprezza l’Occidente e i valori che rappresenta, che non si limita a essere contro l’aborto ma si spinge a condannare perfino il parto cesareo, perché interrompe il «legame divino». (La Stampa)
Un trionfo a sorpresa, anche se parziale. L'8 dicembre se la vedrà con Elena Lasconi, del centro-destra. Sconfitto l'attuale premier Ciolacu (Open)