Romania, choc alle Presidenziali: in testa il nazionalista filorusso
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Alle sei della sera, il giorno dopo la tempesta elettorale che ha scosso la Romania, il vincitore del voto più imprevedibile nella storia di questo Paese al confine con l’Ucraina si presenta via social e parla dal salotto di casa: «Non esiste né Est né Ovest, esiste la Romania, la solidità del nostro popolo e della nostra economia, la neutralità è necessaria» scandisce Calin Georgescu, 62 anni, camicia bianca, l’aria confidenziale. (Corriere della Sera)
Su altre fonti
Georgescu vince il primo turno delle elezioni in Romania con il 22,59% dei voti Al primo turno delle elezioni presidenziali hanno votato più di nove milioni di cittadini romeni, circa la metà degli aventi diritto di voto (l'affluenza alle urne si attesta al 52%). (Il Giornale d'Italia)
La vittoria al primo turno di Calin Georgescu, il candidato dell’ultradestra filorussa, ha sorpreso tutti. E il voto in Romania è un terremoto politico dai contorni ancora poco chiari, ma potenzialmente decisivi. (ilmessaggero.it)
Colpo di scena clamoroso quello che ha atteso al risveglio la popolazione in Romania: nel primo turno delle elezioni presidenziali, contrariamente a tutti i sondaggi della vigilia, si è trovato in testa il candidato dell'estrema destra filorusso Calin Georgescu, presentatosi come indipendente, che andrà al ballottaggio con Elena Lasconi, leader di un partito di centrodestra (Usr). (ilmessaggero.it)
Uno tsunami politico che rischia di consegnare la Romania nelle mani dell’estrema destra. Le più sorprendenti presidenziali del dopo comunismo. (il manifesto)
Undici i seggi istituiti in tutta la regione la scorsa domenica - 24 ottobre 2024 -, ai quali hanno fatto accesso ben 8403 persone. Contrariamente al trend mondiale di diminuzione della partecipazione elettorale - hanno contribuito copiosamente all’incremento di espressione democratica nel primo turno delle elezioni presidenziali del loro Paese. (Corriere Fiorentino)
Il ca… Trentacinque anni dopo la violenta caduta del regime comunista di Nicolae Ceaușescu e l’instaurazione di una democrazia filo-europeista, la Romania si riavvicina all’orbita della Russia, allontanandosi un po’ di più dall’Unione Europea e dall'Occidente in generale. (L'HuffPost)