Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatisti

Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatisti
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Agenzia askanews ESTERI

Roma, 9 ott. – La Cina ha accusato oggi il presidente taiwanese William Lai Ching-te di ostilità nei confronti di Pechino, dopo una serie recenti di sue affermazioni dal tono separatista. Lo ha detto Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan della Repubblica popolare cinese.“L’errore di Lai Ching-te sull’indipendenza di Taiwan è solo vecchio vino in nuove bottiglie, e dimostra nuovamente la sua posizione ostinata sull’indipendenza di Taiwan e le sue sinistre intenzioni di intensificare l’ostilità e la conflittualità”, ha affermato Zhu, secondo quanto riporta oggi il South China Morning Post (Agenzia askanews)

La notizia riportata su altri media

Considerato dalle autorità della mainland un "separatista" testardo e provocatore che potrebbe provocare una guerra nello Stretto di Taiwan, Lai dà l’impressione di non voler cedere a compromessi con Xi Jinping (o chi per lui). (il Giornale)

Su Taiwan soffiano venti di guerra. Secondo Pechino, Washington sta spingendo Taiwan sull’orlo della guerra continuando a fornire a Taipei aiuti militari, come rivelato oggi dal portavoce del ministero della Difesa cinese Wu Qian. (LA NOTIZIA)

L’occasione per ribadire la resistenza taiwanese all’annessione da parte della Cina è stato il 113esimo anniversario della fondazione della Repubblica di Cina, il nome ufficiale di Taiwan . (Sky Tg24 )

Taiwan National Day, il Presidente Lai: "Non ci subordiniamo alla Cina"

Taiwan ha celebrato il suo 'National Day' in un contesto di crescenti minacce da parte della Cina, che rivendica la repubblica insulare come proprio territorio. Il presidente Lai Ching-te ha dichiarato a Taipei durante la cerimonia che "la Repubblica Popolare Cinese non ha il diritto di rappresentare Taiwan”. (Il Sole 24 ORE)

Il presidente di Taiwan William Lai è "deciso a ottenere l'indipendenza". (Tuttosport)

La Cina, intanto… In un mondo sconvolto da due guerre che assorbono tanta attenzione americana ed europea, Xi Jinping segue l’antico detto per cui «una crisi non va mai sprecata». Ne ha una in casa sua – l’economia stagnante – che mette a nudo i costi della sua sterzata ideologica in favore dello statalismo; cerca di usarla però per aumentare la dipendenza del resto del mondo dai prodotti cinesi. (Corriere della Sera)