Albania, vertice a Palazzo Chigi: riparte la nave. Meloni a Salvini: «Non tornerai al Viminale»

Albania, vertice a Palazzo Chigi: riparte la nave. Meloni a Salvini: «Non tornerai al Viminale»
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Non è la solita antivigilia a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni torna dalla Lapponia e si mette al lavoro sui due dossier che più le premono in questo ultimo scampolo di anno: Ucraina e migranti. I grandi nodi da sciogliere. Con un file rouge chiamato Matteo Salvini, il leader della Lega che da tempo chiede di allentare l'invio di armi a Kiev e sogna il ritorno al Viminale ora che è stato assolto nel processo Open Arms (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ignorando le decisioni dei giudici sui Paesi sicuri. (LA NOTIZIA)

Funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano!". Una promessa, quella della premier, che nasce da un bisogno impellente, quello di correggere un'iniziativa che fino ad ora si è rivelata un clamoroso flop, un flop che peserà sulle tasche degli italiani per una cifra che si aggirerà intorno al miliardo di euro. (Today.it)

Il governo, dopo un vertice dedicato all'attuazione del protocollo tra Italia e Albania presieduto dalla premier Giorgia Meloni, conferma: sui migranti la strategia rimane quella di utilizzare i centri oltre Adriatico. (Corriere della Sera)

Piano per i rimpatri. L'esecutivo rilancia i centri in Albania. "Una via innovativa"

E rivela lo sforzo di «leggere» le recenti sentenze della Corte di Cassazione solo come un «via libera» a Palazzo Chigi. Rilanciare la soluzione dei centri di accoglienza in Albania con una riunione del Consiglio dei ministri alla vigilia di Natale dice quanto il governo la ritenga una priorità. (Corriere della Sera)

Ha assolto il compito ribadendo «la ferma intenzione di continuare a lavorare, insieme ai partner Ue e in linea con le conclusioni del Consiglio europeo, sulle cosiddette ‘soluzioni innovative’ al fenomeno migratorio». (il manifesto)

Appena dopo il verdetto della Corte Ue atteso a inizio febbraio. A dare la spinta all'esecutivo la recente sentenza della Corte di Cassazione, sul caso di cittadino tunisino a cui è stata rigettata la richiesta di protezione internazionale, che ha stabilito come la competenza di individuazione dell'elenco dei Paesi sicuri spetti al governo. (il Giornale)