Un anno dal 7 ottobre e nessuna prospettiva di una fine della guerra

Un anno dal 7 ottobre e nessuna prospettiva di una fine della guerra
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Il Fatto Quotidiano INTERNO

Oggi ricorre un anno dagli orribili attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi nel sud d’Israele, in cui circa 1200 persone vennero uccise e 250 prese in ostaggio. Oggi è un giorno pieno di dolore per gli israeliani che hanno perso i loro cari, uccisi o rapiti, e per le migliaia di persone che continuano a essere sfollate anche dopo gli atroci attacchi di un anno fa. Il 7 ottobre ci ricorda anche che è passato un anno dall’inizio del devastante, e ancora in corso, assalto di Israele contro la Striscia di Gaza occupata, che ha causato l’uccisione di oltre 41.500 persone e lo sfollamento forzato di un milione e 900.000 palestinesi e ha dato luogo a distruzioni e devastazioni di massa e a una catastrofe umanitaria senza precedenti, ponendo la popolazione palestinese della Striscia di Gaza a rischio di genocidio, come affermato dalla Corte internazionale di giustizia. (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Questo il Oltre 1.200 israeliani uccisi e 251 presi in ostaggio, quasi 42mila palestinesi morti nella Striscia di Gaza e più di duemila libanesi che hanno perso la vita. (Secolo d'Italia)

Il conflitto è ormai diffuso: da Gaza si è allargato al Libano, e ha poi toccato Yemen, Siria e Iraq, arrivando fino a Teheran (LAPRESSE)

Il presidente della Repubblica, rinnovando l'appello alla liberazione degli ostaggi catturati da Hamas, esprime anche «profonda preoccupazione per i civili a Gaza» (Open)

Tutte le lezioni che avremmo dovuto apprendere dal 7 Ottobre

Oltre 1.200 israeliani uccisi e 251 presi in ostaggio, quasi 42mila palestinesi morti nella Striscia di Gaza e più di duemila libanesi che hanno perso la vita. Ma anche 200 lavoratori dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) e più di un centinaio di giornalisti. (Adnkronos)

Le tre donne sono una palestinese di Gaza, musulmana sunnita che vive sfollata e muovendosi tra le varie zone della Striscia per sfuggire ai bombardamenti portando con sé la figlia mutilata delle braccia e delle gambe e un altro figlio piccolo; una ragazza di Tel Aviv, ebrea sopravvissuta al massacro e agli stupri perpetrati da Hamas il 7 ottobre 2023; una palestinese cattolica di Betlemme. (Tempi.it)

Quante dimostrazioni e prove servono prima di “aprire gli occhi” sul Medio Oriente? Il 7 ottobre di un anno fa è uno di quegli eventi che gli inglesi definiscono con un’espressione che in italiano non può essere tradotta mantenendo la stessa sintetica efficacia: eye opener (che permette di aprire gli occhi). (Nicola Porro)