Nuovo caso al Mic, lascia Spano e Giuli lo difende (anche da Fdi)

Nuovo caso al Mic, lascia Spano e Giuli lo difende (anche da Fdi)
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Agenzia askanews INTERNO

Roma, 23 ott. – Dopo ore di “pressing” da parte di Palazzo Chigi si è dimesso oggi Francesco Spano, nominato appena dieci giorni fa capo di gabinetto dal ministro della Cultura Alessandro Giuli. Nella speranza di far calare in anticipo il sipario (almeno per ora) sul nuovo caso che ha investito il Collegio Romano, ancora scosso dopo l’affaire Sangiuliano-Boccia.La nomina di Spano aveva già fatto storcere il naso al primo piano di Palazzo Chigi e a via della Scrofa per il suo background: arrivato al Maxxi con Giovanna Melandri, nel 2015 approdò alla guida dell’Unar, l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali che dovette lasciare due anni dopo, nel 2017, a causa di un’inchiesta delle ‘Iene’. (Agenzia askanews)

Ne parlano anche altre fonti

È un clima di sospetti e tensioni quello che ha accompagnato ieri le dimissioni del capo di gabinetto del ministro Alessandro Giuli. L’accusa, che ieri Report ha anticipato sui social, è quella per cui il ministro Giuli, nel 2022, quando dirigeva il Maxxi, avrebbe firmato un contratto di consulenza a Marco Carnabuci, il compagno di quello che allora, al Maxxi, era il suo segretario generale: Francesco Spano. (Corriere Roma)

Il caso Albania, la legge di Bilancio, ma soprattutto il nuovo caso che scuote il ministero della Cultura, con le dimissione del capo del gabinetto del ministro a causa di una serie di consulenze affidate in conflitto di interessi. (Il Fatto Quotidiano)

Giuli e il caso Spano, la tensione dentro Fratelli d'Italia e l'incontro a Palazzo Chigi con Meloni: fiducia (a tempo)

Per riceverla occorre iscriversi a ilPunto e lo si può fare gratis per 30 giorni qui Può sorprendere che le dimissioni di un alto dirigente ministeriale — importante ma non certo noto al grande pubblico — diventino la notizia del giorno. (Corriere della Sera)

Una verità, nella vicenda da telenovela del dimissionario Francesco Spano, titolare del più breve incarico da capo di gabinetto nella storia del ministero della Cultura, è che l’assetto interno, la struttura organizzativa, ovvero l’anima politica e ideologica di FdI non aveva mai digerito il boccone imposto dal ministro Alessandro Giuli: la nomina di un corpo assolutamente estraneo, una personalità legata a Paolo Gentiloni, Giovanna Melandri, Giuliano Amato, un libertario appassionato di diritti della persona. (Corriere Roma)