La marea umana a Belgrado per chiedere le dimissioni di Vucic: «Sei finito». Ma il presidente serbo resiste - I video
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Decine di migliaia di persone in piazza contro la corruzione: «È la più grande manifestazione di sempre». Chiuso per sicurezza il Parlamento Decine di migliaia di persone sono scese in piazza oggi a Belgrado per manifestare contro il presidente serbo Aleksander Vucic, da mesi nel mirino delle proteste contro la corruzione diffusa ai vertici del potere. Sui social rimbalzano le foto e i video della fiumana di gente che riempie le strade di Belgrado. (Open)
Ne parlano anche altri giornali
Fischietti e vuvuzelas, bandiere serbe e qualche stemma della Ferrari (simbolo dei moti anti-Milošević). Oltre 100mila persone per le autorità (500mila secondo i manifestanti) si sono radunate al grido di “Pumpaj, Pumpaj” (“pompa”), ritornello delle proteste iniziate negli ambienti studenteschi e poi estese ad altre frange del Paese. (ilmessaggero.it)
Di bandiere blu con le stelle gialle non ce n’è neanche una, solo tanti volti giovani che chiedono una magistratura indipendente, stampa libera, rispetto dello stato di diritto e non un presidente padrone. (il manifesto)
Manifestanti a Belgrado: "Contro di noi usato cannone sonoro" Migliaia di manifestanti a Belgrado si disperdono all'improvviso, mettendosi le mani sulle orecchie e fuggendo disorientate. Secondo i testimoni, il silenzio è stato interrotto da un suono acuto e potente, il cosiddetto "cannone sonoro", un'arma non letale che emette onde sonore per disperdere la folla. (Il Giornale d'Italia)
La grande protesta degli studenti a Belgrado? Una alta prova di democrazia in piazza, passata fortunatamente senza incidenti di rilievo. E almeno 275-325 mila persone in strada, secondo stime della solitamente precisa organizzazione Arhiv Javnih Skupova, tutti a chiedere un sistema migliore, stop a corruzione e clientelismo, giustizia per Novi Sad. (il Nord Est)
BELGRADO (Alto Adige)
Il movimento si è formato dopo che, a novembre, 15 persone sono rimaste uccise nel crollo del tetto di una stazione ferroviaria nella città di Novi Sad, accendendo l’amarezza che da tempo serpeggia per la presunta corruzione e la scarsa sorveglianza dei progetti di costruzione. (Il Fatto Quotidiano)