America First: l’ascesa di Trump e la nascita di una nuova era
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Questo è il primo di una serie di sette articoli che ci accompagneranno fino al giorno del suo insediamento, analizzando la sua prima presidenza e le prospettive per la nuova. Il 16 giugno 2015, Donald Trump annunciò la sua candidatura alle presidenziali. La scena era quasi teatrale: la scala mobile dorata della Trump Tower, un uomo d’affari noto più per i reality show che per l’impegno politico, e uno slogan che sarebbe diventato il mantra di un movimento: "Make America Great Again". (Alghero Notizie)
Se ne è parlato anche su altre testate
Spiegano gli organizzatori: «A due settimane dalla vittoria di Donald … (La Sentinella del Canavese)
Questa è forse la lettura più interessante del risultato di mercoledì: i milioni messi in campo da Elon Musk e i “favori” di Jeff Bezos sembrano aver pesato più delle dichiarazioni di voto dei vari artisti pro Harris (Tailor Swinf, Richard Gere, Mick Jagger, Lady Gaga, Julia Roberts, Clooney, Schwarzenagger, Di Caprio, Springsteen, De Niro…). (Il Notiziario)
Votare per Donald Trump questa volta ha significato molto più di un semplice dito medio rivolto all’élite, come 8 anni fa. Ora, le ondate di voto hanno creato uno Stalingrado per la sinistra da Marx a Pol Pot a Obama. (Nicola Porro)
Mercoledì 20 novembre alle ore 14 in diretta a L’Ora d’Aria commenteremo con il direttore de L’Opinione Andrea Mancia i risultati delle elezioni americane e gli scenari futuri sul fronte geopolitico, dopo la netta vittoria di Trump. (L'Opinione)
Tanto più che — dati alla mano — il «trumpismo» non è un accidente della storia, ma rappresenta una svolta comportamentale dell’elettorato e dei suoi valori di riferimento, come peraltro dimostrano i risultati elettorali in tanti angoli d’Europa, dalla Francia alla Germania, dall’Italia a diversi Paesi dell’est europeo. (Corriere della Sera)
Preoccupazione per la vittoria di Donald Trump? Alle stelle. (Radio Radio)