Cecilia Sala, il Dipartimento di Stato Usa: “Seguiamo il caso, l’Iran detiene i cittadini stranieri e spesso li usa come leva politica”

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Il Fatto Quotidiano INTERNO

“Leva politica“. Sono queste le parole utilizzate dal Dipartimento di Stato americano per descrivere l’utilizzo che l’Iran fa dei prigionieri stranieri. Il riferimento, ovviamente, è al caso dell’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, vicenda che gli Stati Uniti “seguono molto da vicino”. “Siamo a conoscenza” delle notizie sulla detenzione di Sala in Iran, il cui “regime sfortunatamente continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

«Mi hanno dato solo un elastico per i capelli», ha detto lei ai familiari in u… E poi: alcuni indumenti puliti, i prodotti per l’igiene, un panettone. (la Repubblica)

“Crediamo che non si debba stare in silenzio di fronte ad un arresto illegittimo di una nostra concittadina che stava facendo il proprio lavoro, cioè dare informazioni a tutti noi su cosa succede in Iran, dove il regime calpesta i diritti dei cittadini iraniani e in particolare delle donne iraniane e siamo qui a dirlo”. (LAPRESSE)

Sono passati 9 e 11 anni. Ma i due vecchi tweet su “X” di Cecilia Sala contro la scelta dell’Italia di riportare in patria i due marò, accusati di aver sparato a due pescatori in India, sono riaffiorati sui social, sollevando diverse critiche nonostante la ovvia diversità delle vicende. (Liberoquotidiano.it)

Ingegnere meccanico e/o biomedio

"Stamane la nostra ambasciatrice a Teheran è andata al ministero degli Esteri iraniano, ha incontrato il viceministro degli Esteri, il quale ha detto che ancora non è stato formulato il capo di imputazione, e appena la giustizia iraniana la comunicherà agli Esteri verrà detto per quali motivi è stata arrestata". (La Stampa)

Con il passare delle ore e dei giorni, il sospetto che l’arresto di Cecilia Sala sia legato a quello dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedininajafabani (noto anche come Abedini) avvenuto tre giorni prima a Milano, sta diventando sempre più concreto. (Corriere Roma)

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