Processi troppo lenti, è questa la vera pena

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La Stampa INTERNO

Il Tribunale di Palermo ha emesso la sua decisione: il fatto non sussiste. Le iniziative adottate dal ministro Matteo Salvini nel caso Open Arms non integrano i reati di sequestro di persona e rifiuto di ufficio. Nel 1989 (Mani Pulite era di là da venire) il Parlamento con una modifica della Costituzione (legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1) cambiò radicalmente la disciplina e gli organi competenti a decidere per eventuali reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni (i cosiddetti reati ministeriali). (La Stampa)

Ne parlano anche altri media

Dunque, c’è un giudice a Palermo. In quel torrido agosto del 2019 non ci fu alcun “sequestro di persona”, nei confronti dei 147 disperati che l’allora ministro degli Interni dell’Armata Brancaleone grillo-leghista costrinse a marcire per ventotto giorni a bordo della Open Arms, bloccata di fronte a Lampedusa. (la Repubblica)

Matteo Salvini si guarda intorno, cerca Francesca Verdini. Stringe i pugni nel segno di vittoria, abbraccia chi gli capita. (La Stampa)

Eppure, al netto del racconto messo in campo per preparare l’esito peggiore, la verità è ben altra. Che, per carità, agli occhi di un certo mondo poteva anche funzionare: il martire della difesa dei confini, pronto a immolarsi fino alle estreme conseguenze. (La Stampa)

Open arms, per Salvini è il giorno del verdetto. Musk: «Un'assurdità, difese l'Italia»

Arriva in serata e si chiude in un albergo di Mondello per l’ultima diretta social prima del giorno tanto atteso e temuto. Matteo Salvini alla fine di una giornata durante la quale ha mobilitato tutto il suo mondo, dal gruppo dei Patrioti a Bruxelles all’ufficio stampa del suo ministero che annuncia i «record» di spesa da quando alle Infrastrutture c’è lui, è stanco. (la Repubblica)

Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto «solidale con Salvini e mi auguro che possa essere assolto». Matteo «Salvini ha fatto suo dovere di ministro» e «il processo che è stato costruito per motivi politici è privo di qualsiasi senso», ha detto Tajani intervenendo a '4 di Sera' su Rete 4. (Il Dubbio)

«I’m not afraid» (non ho paura, ndr) dice con il sorriso stampato sulle labbra in un video postato sui social dall’aeroporto di Bruxelles dopo aver trascorso la mattinata con Viktor Orbán e gli altri partner del gruppo sovranista dei Patrioti che gli manifestano solidarietà e vicinanza. (Corriere della Sera)