Raid nell’ufficio di Yoon, ex ministro tenta il suicidio
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Ieri la polizia sudcoreana ha perquisito l’ufficio del presidente Yoon Suk-yeol in cerca delle trascrizioni della riunione di gabinetto tenutasi la notte del 3 dicembre appena prima della dichiarazione della legge marziale in tutto il paese. Al momento del raid il presidente Yoon, formalmente ancora in carica, non era presente e secondo l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ci sarebbe stato un confronto acceso tra i diciotto agenti di polizia e le guardie di sicurezza presidenziali. (il manifesto)
Ne parlano anche altri giornali
Gli sviluppi a poche ore dalla presentazione della nuova mozione di impeachment contro il presidente Yoon (Open)
Sì è stato un gesto estremo, potremmo definirlo un sucidio politico. “Le istituzioni della Corea del Sud hanno retto e la società civile ha dimostrato ancora di non essere disposta ad accettare presidenti che rifuggono dalle loro responsabilità”. (Il Fatto Quotidiano)
«Il burattino Yoon Suk Yeol, che già aveva affrontato una grave crisi di governo e una messa in stato d’accusa, a sorpresa ha imposto la legge marziale e minacciato il popolo con le armi della dittatura fascista», così la Kcna, agenzia di stampa controllata dal governo della Corea del Nord, ha raccontato quello che è successo e che sta succedendo in Corea del Sud. (Rivista Studio)
Dopo quattro giorni di silenzio e invisibilità, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è tornato a parlare alla nazione giovedì mattina in un messaggio televisivo. Bensì per annunciare che intende «combattere fino alla fine, per impedire che le forze e i gruppi criminali responsabili della paralisi del governo del Paese e del disturbo dell’ordine costituzionale minaccino il futuro della Repubblica di Corea». (Il Sole 24 ORE)
Le strade della capitale Pyogyang si riempiono di gente che protesta contro il caos innescato dal presidente Yoon Suk Yeol, che ha tentato di imporre la legge marziale, poi presto revocata. Le piazze delle principali città sudcoreane si fanno sentire e chiedono le dimissioni del primo ministro. (Tiscali Notizie)
Kim Yong-hyun, ritenuta la figura centrale del caso della legge marziale, è detenuto "in una cella di protezione e la sua salute rimane stabile". Arrestati i capi della polizia nazionale e di Seul (Sky Tg24 )