Strappo nella maggioranza: bocciato taglio del canone Rai, Fi vota con l’opposizione
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Ascolta la versione audio dell'articolo 1' di lettura L’emendamento al decreto fiscale sul taglio del canone Rai è stato bocciato con 12 contrari e 10 a favore, con FI che ha votato contro insieme all’opposizione. (Il Sole 24 ORE)
Su altri giornali
Ospite della trasmissione televisiva Otto e mezzo (La7), il giornalista e volto noto della tv Roberto D’Agostino ha detto la sua in merito agli attriti interni alla maggioranza, con lo scontro tra la Lega di Matteo Salvini e il partito guidato da Antonio Tajani al centro delle cronache politiche. (Virgilio Notizie)
Senza un accordo sul canone Rai, il decreto Fiscale non può essere discusso. Il presidente della Commissione Bilancio di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini arriva al piano ammezzato del Senato e dice ai colleghi: “Niente, non possiamo andare avanti”. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo la bocciatura dello sconto al canone Rai, che era fortemente voluto dalla Lega di Matteo Salvini, la maggioranza è andata di nuovo sotto in commissione Bilancio durante la discussione del decreto fiscale collegato alla manovra 2025. (Today.it)
La maggioranza si spacca e il governo va sotto in Commissione Bilancio al Senato, sull'emendamento presentato dalla Lega al decreto fiscale per la riduzione del canone Rai. Hanno votato sì FdI e Lega, mentre FI si è unita al no delle opposizioni che hanno votato in modo compatto. (RaiNews)
Motivo per cui gli azzurri hanno detto no alla sforbiciata di 20 euro proposta tramite emendamento al dl fiscale dal Carroccio, che voleva mantenerlo a 70 euro, come lo scorso anno. Una misura troppo cara, l’opinione di FI, del valore di circa 430 milioni di euro, mentre le casse dello Stato languono. (ilmessaggero.it)
La doppia spaccatura del centrodestra sul decreto fiscale non è «la maggioranza in frantumi», come finge di credere Elly Schlein, ma certo non è neppure solo una «schermaglia non particolarmente seria» come se la rivende la premier Giorgia Meloni e deve avercela messa davvero tutta per mascherare l’ira. (il manifesto)