Matteo Renzi, ora il leader stila l'elenco dei «nemici»: «Da Meloni a Bersani mi chiedano scusa»
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Il primo pensiero va ai figli che «non hanno mai dubitato dell’onestà del loro babbo» e alla moglie Agnese, «che è stata una roccia» per tutta la famiglia. Nel giorno in cui viene prosciolto, Matteo Renzi è felice ma fino a a un certo punto: «Dopo 5 anni di ingiustizia, in cui ho vissuto da appestato, coinvolto in un’inchiesta politica e farlocca che era uno scandalo assoluto e puntava ad assassinare Italia viva, non me la sento di dire che giustizia è fatta». (Corriere Roma)
Se ne è parlato anche su altri media
La difesa di Renzi: “esequie di un processo nato morto” Non luogo a procedere per tutti gli imputati, tra cui l’ex premier Matteo Renzi e gli altri esponenti di peso del Giglio magico come Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Marco Carrai e l’avvocato Alberto Bianchi. (La Repubblica Firenze.it)
In 24 ore succedono due fatti legati all’amministrazione della giustizia del tutto diversi tra loro ma entrambi utili per ragionare sul rapporto tra politica e magistratura, tra politici e magistrati. (Tiscali Notizie)
"Non ho avuto giustizia perché dopo cinque anni mi hanno dato ragione. Lo spiega l'ex premier e senatore di Italia Viva in un'intervista a Repubblica dopo il proscioglimento nel processo Open, in cui sottolinea che "qualcosa non funziona se un solo pm può maciullare intere famiglie, come ha fatto con la mia". (L'HuffPost)
ROMA La morale di questa brutta storia è che non va mai perso di vista il valore del garantismo, che servono prove provate in sede giudiziaria prima di gettare le persone - politici e non politici - in pasto al tritacarne mediatico e alla gogna per anni e anni, distruggendo vite e carriere. (ilmessaggero.it)
di Ermes Antonucci «Ho passato cinque anni da appestato per un'indagine assurda. Sono stato massacrato. Fratelli d'Italia e il Movimento 5 stelle dovrebbero chiedere scusa per le cose che hanno detto nei miei confronti, ma so già che non lo faranno». (Matteo Renzi)
E siamo felici che oggi il senatore riscopra la sua vena garantista, a dire il vero un po’ altalenante, colpendo a destra e a manca i giustizialisti italiani che a suo tempo cavalcarono la manovra giudiziaria finita nel nulla. (Nicola Porro)