Moldavia verso l'Unione Europea per un soffio

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ESTERI

Il referendum per l'adesione della Moldavia all'Unione Europea ha visto una vittoria risicata del "sì", con il 50,28% dei voti favorevoli, grazie soprattutto agli elettori emigrati nella Ue. La presidente uscente, Maia Sandu, europeista convinta, ha denunciato un attacco senza precedenti alla democrazia, accusando gruppi criminali di aver comprato i voti per il "no" di 130mila cittadini moldavi. Nonostante le accuse di brogli e interferenze, il risultato del referendum è stato confermato, segnando un passo importante verso l'integrazione europea del Paese.

Parallelamente al referendum, si sono svolte anche le elezioni presidenziali, che hanno visto Maia Sandu ottenere il 42% dei voti, mentre il suo avversario, il socialista filorusso Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal partito socialista, ha raggiunto il 26%. La competizione tra i due candidati si sposterà ora al secondo turno, dove Sandu dovrà affrontare Stoianoglo in una sfida che si preannuncia serrata.

La notte di domenica, la presidente Sandu è salita sul podio con il viso stravolto dalla rabbia e gli occhi lucidi, denunciando pubblicamente l'acquisto di voti e definendo il voto un attacco alla democrazia e alla libertà. Le bandierine dell'Unione Europea, posate su ogni sedia nel quartier generale del "sì", sono rimaste intatte, nessuno ha avuto il coraggio di sventolarle, nonostante la vittoria all'ultimo voto.

Il referendum moldavo rappresenta una storia a due facce, entrambe appartenenti alla stessa persona: da un lato, la vittoria del "sì" che avvicina il Paese all'Europa; dall'altro, le accuse di brogli e l'amarezza di una presidente che vede minacciata la democrazia del suo Paese.