Simonetta Cesaroni, "niente archiviazione". Giallo di via Poma, l'ombra dei servizi segreti
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Resta aperta l'inchiesta sul cosiddetto giallo di via Poma, uno dei grandi misteri della cronaca nera italiana degli ultimi 40 anni. Il gip di Roma ha respinto infatti la richiesta di archiviazione sul delitto di Simonetta Cesaroni. Agitando ancora lo spettro dei servizi segreti, un tema ricorrente in tutte le storie senza soluzione del Dopoguerra italiano. A darne notizia è stato il quotidiano La Repubblica, secondo cui "nell'appartamento in cui fu uccisa Simonetta il 7 agosto 1990" per la gip capitolina "c'erano documenti riservati dei servizi segreti. (Liberoquotidiano.it)
La notizia riportata su altre testate
Quasi 35 anni dopo, quel delitto continua a rimanere un enigma irrisolto, intriso di depistaggi, omissioni e legami che intrecciano… Il suo cadavere infatti venne trovato a Roma nell’ufficio di via Carlo Poma colpito da 29 coltellate. (Repubblica Roma)
La tesi che affiora dal decreto con cui la gip Giulia Arcieri dispone nuove indagini su via Poma (trentaquattro anni dopo) è la seguente: in quegli uffici dell’Associazione italiana alberghi della Gioventù (Aiag), gli stessi in cui Simonetta Cesaroni lavorava part time come contabile, vi erano documenti segreti. (Corriere Roma)
È questa la tesi della magistrata Giulia Arcieri che ha respinto la richiesta di archiviazione della procura capitolina, dando indicazioni molto precise su come procedere: grande attenzione sull’intervento di “poteri forti” nelle vecchie indagini inquinate. (ilmessaggero.it)
I documenti riservati dei servizi segreti nell’appartamento di via Poma. Poi finiti nelle mani degli investigatori e in seguito spariti. E che potrebbero costituire un indizio sul movente dell’omicidio di Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990. (Open)
A respingere l’archiviazione è stata la gip di Roma Giulia Arcieri, che ha chiesto ai pm di fare luce sull’intervento di “poteri forti” nelle vecchie indagini inquinate. (Sky Tg24 )
E per le quali l’ufficio in cui la segretaria contabile della Aiag lavorava è stato protetto. Carte su cui pubblici ministeri e investigatori non avrebbero dovuto mettere gli occhi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)