Israele attacca le basi Unifil, colpite le postazioni italiane: cosa è successo?. «Vogliono liberarsi di testimoni scomodi»

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ilmessaggero.it ESTERI

Spari contro la missione Onu. Spari contro gli italiani che sono schierati in quel fazzoletto di Medio Oriente per garantire la pace o, quanto meno, la stabilità. «Restiamo, non ce ne andiamo, facciamo il nostro dovere, ma ora è dura». Le voci rimbalzano dal Sud del Libano, dove un migliaio di militari italiani ha un ruolo di primo piano nel contingente Unifil nella line blu, la divisione tra l’area occupata da Hezbollah e Israele (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altre testate

"Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane contro la base Unp 131 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario. (La Stampa)

Come soldati ben addestrati "al pericolo" le sinistre scatenato il puntuale processo preventivo al governo Meloni a poche ore dall'attacco israeliano al quartier generale dell'Unifil in Libano, dove è presente un notevole contingente italiano. (Secolo d'Italia)

Crosetto: atti ostili potrebbero costituire crimini di guerra Milano, 10 ott. Sicuramente "violazioni non giustificate", ha aggiunto Crosetto che ha anche comunicato di aver "espresso un fortissimo disappunto" al ministro della Difesa israeliano gallant e all'ambasciatore israeliano. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Per quanto contenuta, nelle parole del ministro della Difesa si la rabbia per l’attacco subito dal contingente internazionale, del quale fanno parte 1.200 soldati italiani, da parte di un governo da sempre considerato amico e al quale l’Italia non ha fatto mai mancare il suo sostegno. (il manifesto)

Il ritiro dal Libano «non è una decisione nazionale, ma internazionale. A poche ore dall’attacco israeliano alle basi Unifil, il ministro della Difesa Guido Crosetto ribadisce il senso della presenza italiana. (Corriere Roma)

Il leader di Italia Viva: "Doveroso che spieghi cosa sta accadendo" (LAPRESSE)