L’incubo dazi con Trump. In ballo un volume d’affari per un miliardo di euro
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Con la vittoria di Trump trema anche l’economia pugliese: in Puglia a rischio quasi un milione di euro derivante dall’export negli Stati Uniti. La spinta protezionista del tycoon porterà, come è noto, una serie di cambiamenti nel fronte economico statunitense che avranno delle ripercussioni anche sull’Europa e dunque sull’Italia e il Mezzogiorno. A preoccupare, in particolare, sono le politiche commerciali relative ai dazi che, come lui stesso ha più volte annunciato, potrebbero lievitare fino al 20%. (quotidianodipuglia.it)
La notizia riportata su altre testate
Il suo ritorno alla Casa Bianca di fatto equivale a un ritorno al protezionismo, con una politica commerciale che mira a favorire la produzione e l'occupazione interne agli Stati Uniti attraverso l’imposizione di dazi sulle importazioni e la promozione di norme che incoraggiano l’autosufficienza economica. (QuiFinanza)
«Impossibile non essere preoccupati dopo l’elezione di Donald Trump, soprattutto per quel che riguarda i dazi. Focchi è presente negli States con un ufficio a New York e uno stabilimento nel Connecticut: di recente ha rivestito di vetri la torre della Columbia University già progettata da Renzo Piano e negli ultimi anni ha completato altri interventi, come la realizzazione delle facciate del Dollar Bay di Londra e i rivestimenti delle Owen Street Towers di Manchester. (Corriere della Sera)
La guerra dei dazi, i rapporti commerciali con la Cina e le implicazioni che si celano per l'Europa, l'aumento della spesa militare e i tagli a quella sociale, il futuro dell'Ucraina nel lungo... (Virgilio)
Gli Stati Uniti sono il secondo Paese più importante per l'export italiano (10,7%). Con il nuovo presidente repubblicano quali industrie sono più esposte? (StartupItalia)
Il populismo trionfò nelle urne della più potente democrazia al mondo, spinto dalla mutazione della base elettorale. Quando Trump vinse la prima volta le elezioni, l'8/11/2016, l'Occidente arrivò ad un giro di boa. (Italia Oggi)
Se già durante il primo mandato da presidente Trump aveva messo in atto forme di protezionismo a favore dell’economia del Paese (impose dazi su circa il 15% dell’import Usa), con il nuovo insediamento il prossimo 20 gennaio questo secondo si preannuncia infatti ancora più radicale: durante la campagna elettorale Trump ha promesso una politica tariffaria più aggressiva con dazi universali del 60% su tutti i beni d’importazione cinese e oscillanti tra il 10 e il 20% sulle merci provenienti dal resto del mondo. (La Provincia Unica TV)