Assicurazioni, Bruxelles mette in mora l'Italia: non recepite le direttive Ue. E per la scuola c'è la Corte di Giustizia Ue

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Corriere della Sera INTERNO

La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue perché non ha posto fine all’uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola. Bruxelles ha anche inviato una lettera di messa in mora a Roma, Berlino e Vienna per non aver correttamente recepito le disposizioni della direttiva europea sulla distribuzione assicurativa. Sui precari nella scuola pubblica, la Commissione osserva che in Italia la retribuzione dei docenti a tempo determinato non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio e questo rappresenta una discriminazione rispetto a chi è di ruolo, che ha diritto agli scatti d’anzianità. (Corriere della Sera)

Su altri media

Ansa (Avvenire)

La Commissione UE ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia, evidenziando l’uso abusivo di contratti a tempo determinato nella scuola, una pratica che viola i diritti dei lavoratori e ne limita la progressione salariale. (Informazione Scuola)

Lo sappiamo bene, ben prima del 2019, quando l'Ue ci ha messo sotto procedura di infrazione «per uso prolungato e sistematico dei contratti a termine». Perché? Perché vanno avanti a contratti a tempo determinato, rinnovati di volta in volta. (il Giornale)

Scuola, i professori precari sono «troppi e discriminati»: l’Italia finisce davanti alla Corte Ue. Il boom degli ultimi anni

Alessio Giaccone è il docente risultato idoneo nella graduatoria relativa al concorso tenutosi nel 2020. «Non sono stato io a scatenare tutto questo ma è una piacevole coincidenza». (il manifesto)

"Non sono purtroppo una novità le questioni su cui, a quanto si apprende dagli organi di informazione, si potrebbe avviare una procedura di infrazione sull’abuso di lavoro precario e sulla discriminazione che subisce chi, lavorando con contratti a tempo determinato, non si vede riconosciuta la progressione di anzianità prevista per il personale di ruolo", così la segretaria Ivana Barbacci sulla recente notizia del deferimento dell'Italia da parte della Commissione Europea alla Corte di Giustizia dell'Ue. (CISL Scuola)

Il motivo? Il problema sta nel numero crescete di supplenti e nella legislazione dello stipendio degli insegnanti assunti a tempo determinato: «Non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio – spiega la Commissione Ue – è una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato. (leggo.it)