Scatti di anzianità nello stipendio, in Italia non sono previsti per i docenti precari. Il caso passa alla Corte di Giustizia europea

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Scatti di anzianità nello stipendio, in Italia non sono previsti per i docenti precari. Il caso passa alla Corte di Giustizia europea Di Stipendio: quello dei docenti assunti con contratto a termine in Italia è sempre quello iniziale anche se gli anni di precariato diventano 3, 6, 9…. Il precario non ha diritto agli scatti di anzianità in base al servizio svolto, il suo contratto inizia a settembre (nel migliore dei casi) e termina a giugno. (Orizzonte Scuola)

La notizia riportata su altri giornali

Secondo Bruxelles, nonostante le diffide formali ricevute nel luglio 2019 e nel dicembre 2020 e il parere motivato inviato nell’aprile 2023, il governo non ha adottato misure sufficienti per porre fine all’uso abusivo dei contratti a termine e alle condizioni di lavoro discriminatorie per docenti e Ata (personale amministrativo). (il manifesto)

Non solo gli stipendi degli insegnanti in Italia sono i più bassi tra tutti i paesi Ocse, sui docenti precari il nostro Paese viola addirittura il diritto europeo al punto che la Commissione Ue ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver posto fine all’uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nel mondo della scuola. (LA NOTIZIA)

Pronta la presa di posizione del ministro Valditara che ha già detto di essere ben consapevole della necessità che di ridurre il ricorso dei contratti a termine di fare sì che “i docenti precari abbiano gli stessi scatti di anzianità degli insegnanti di ruolo, in nome di una piena parificazione dei diritti”. (Tecnica della Scuola)

L'Ue ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia per l'abuso di precari

A dare le dimensioni del fenomeno e della gravità della situazione è il numero uno dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Ora l’Italia, dopo l’apertura del procedimento della Corte Ue che contesta a Roma di non aver posto fine all’uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie, rischia un esborso inimmaginabile visto che potremmo contare circa 500mila persone che in questi anni hanno vissuto il precariato”. (Il Fatto Quotidiano)

Perché? Perché vanno avanti a contratti a tempo determinato, rinnovati di volta in volta. Lo sappiamo bene, ben prima del 2019, quando l'Ue ci ha messo sotto procedura di infrazione «per uso prolungato e sistematico dei contratti a termine». (il Giornale)

La voce dei precari della scuola italiana – un esercito di insegnanti e tecnici e amministrativi impiegati con contratti a termine abusivi e in condizioni di lavoro discriminatorie – arriverà fino in Lussemburgo. (Avvenire)