DATI ISTAT 2024, AUTO E TESSILE AFFONDANO LA PRODUZIONE
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Nel video l’intervista a Giuseppe Molinari, Presidente Camera di Commercio Modena Un decremento dello 0,4% rispetto al mese precedente e una riduzione del 4% su base annua. La produzione industriale italiana continua a registrare un calo per il ventesimo mese consecutivo, con un bilancio negativo del 3,4% nei primi nove mesi del 2024. I settori che maggiormente influenzano questa diminuzione sono il tessile abbigliamento e i mezzi di trasporto, soprattutto il settore dell’automotive, che ha segnato un -15,4%. (Tvqui)
Se ne è parlato anche su altre testate
L'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale per i beni intermedi (+1,9%) e i beni strumentali (+1,8%); diminuiscono invece l'energia (-3,8%) e i beni di consumo (-2,5%).Flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti: la riduzione è più rilevante per i beni strumentali (-5,1%), i beni intermedi (-4,0%), i beni di consumo (-3,5%) e meno pronunciata per l'energia (-1,6%). (Tiscali Notizie)
Pubblicità Condividi questo articolo (la VOCE del TRENTINO)
L’economia internazionale mostra una crescita stabile, caratterizzata però da elevata incertezza e rischi al ribasso legati principalmente alle tensioni geo-economiche. (Fiscal Focus)
Su base annua, al netto degli effetti di calendario, il calo è del 4% a causa soprattutto del tracollo dei settori auto e tessile Il calo mese su mese è generalizzato, ma la riduzione è più rilevante nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-15,4%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,7%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%). (Corriere della Sera)
Non si contano le volte in cui Giorgia Meloni ha detto che l’Italia, a dispetto dei numeri da prefisso telefonico, comunque cresce più degli altri Paesi europei. Ieri la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana dell’Istat ha fatto a pezzi la narrazione meloniana. (LA NOTIZIA)
Un paio di giorni fa rendevamo conto dell’ondata di licenziamenti che sta colpendo l’Europa, con le due principali economie del continente – Francia e Germania – in grave affanno. E scrivevamo anche di come ciò significa crisi anche per l’industria italiana, riorganizzatasi negli ultimi decenni come subfornitrice per le imprese tedesche. (Contropiano)