I giovani medici non vogliono più restare nel sistema sanitario pubblico

I giovani medici non vogliono più restare nel sistema sanitario pubblico
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WIRED Italia SALUTE

La sanità italiana sta affrontando una crisi senza precedenti, con una perdita complessiva di oltre 28 miliardi di euro in 11 anni. Più della metà di questa cifra è sfumata solo nel periodo tra il 2020 e il 2024. Nel 2023, inoltre, la spesa per i "gettonisti" è raddoppiata, aggravando ulteriormente una situazione già critica per il sistema sanitario. “Una crisi causata da errori di programmazione, dal definanziamento e dalle recenti dinamiche che hanno alimentato demotivazione e disaffezione dei professionisti verso il settore sanitario - spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, impegnata nella divulgazione scientifica. (WIRED Italia)

La notizia riportata su altre testate

La sanità pubblica italiana sta affrontando una «crisi del personale sanitario senza precedenti», che ha portato negli ultimi undici anni a oltre 28 miliardi di euro persi, di cui più della metà nel solo periodo 2020-2023. (Open)

In cinque anni nelle strutture pubbliche e private si contano 29.918 professionisti sanitari in più. Cresce il numero del personale infermieristico (+26.248 rispetto al 2017), di quello con funzioni riabilitative (+3.890) e del personale tecnico sanitario (+3.803). (Quotidiano Sanità)

Visualizzazioni 52 In Campania il personale del servizio sanitario nazionale è fortemente inferiore alla media nazionale. (L' Altra Notizia)

Crisi del personale sanitario: in 11 anni persi oltre 28 miliardi di euro

BOLZANO. Nel 2023 la spesa pro-capite per il personale dipendente del Sistema sanitario nazionale in Provincia di Bolzano ammontava a 1.405 euro, mentre quella in Provincia di Trento a 959 euro, contro una media italiana di 672 euro. (Alto Adige)

«Il Servizio sanitario nazionale sta affrontando una crisi del personale sanitario senza precedenti, causata da errori di programmazione, dal definanziamento e dalle recenti dinamiche che hanno alimentato demotivazione e disaffezione dei professionisti verso il Ssn. (LaC news24)

Lo segnala la Fondazione Gimbe, che attribuisce la riduzione delle risorse principalmente al sacrificio del capitolo di spesa relativo ai redditi da lavoro dipendente. (la VOCE del TRENTINO)