In dieci contro uno, poi l'accoltellamento a Treviso: «L’ho quasi ammazzato»
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La polizia mentre ferma un ragazzo in via Manin la notte dell'aggressione «L’ho quasi ammazzato». Quando uno dei tre ragazzi, in carcere per omicidio, pronuncia al telefono questa frase, per gli agenti della squadra mobile di Treviso è la perfetta chiusura del cerchio dei sospettati e dei loro ruoli nel tentato omicidio di Francesco Favaretto, accusa che da ieri mattina, dopo la morte del 22enne trevigiano all’ospedale dov’era ricoverato dalla notte dell’aggressione, è cambiata in omicidio volontario. (Tribuna di Treviso)
Se ne è parlato anche su altri giornali
L’epilogo violento e tragico di una vita travagliata, costretto a combattere fin dall’adolescenza con i demoni della droga. Santo ragazzo». (Corriere della Sera)
Angelo Riccardo Ozuna, di Treviso, è difeso dall'avvocata Alessandra Rech, mentre Toluwaloju Ade Mclinkspual, di Ponte di Piave, dall'avvocata Valentina Pignata. (ilgazzettino.it)
Il dato drammatico è che gli assalitori – tutti nati in Italia da famiglie immigrate – sono più giovani della vittima, fra loro anche ragazze. Francesco Favaretto, 22 anni, era stato aggredito da una banda di dieci bulli in una via del centro per una questione di droga; gli erano stati rubati zainetto, nel quale c’era dell’hashish, e smartphone. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Una notte con i giovani delle risse di Treviso, nel giorno in cui sempre più spesso succedono disordini: il sabato. Qua la violenza scatta anche solo per un’occhiata fuori posto”. (Il Nord Est)
Fatali per il 22enne sarebbero state le ferite alla gola e al torace inferte il 12 dicembre scorso. Era stato assalito da una baby gang a colpi di coltello e cocci di vetro. (il Giornale)
Protagonisti di quanto avvenuto quella sera, dieci giovani – tra i quali anche alcune ragazze - sei dei quali minorenni, che si sarebbero scagliati con contro la vittima per ragioni presumibilmente connesse al traffico di stupefacenti. (Corriere della Sera)