Kiev vince la battaglia navale e adesso la tregua nel Mar Nero fa comodo a tutti
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La situazione bellica nel Mar Nero oggi è paradossale. L’Ucraina non ha navi militari ma è riuscita a mettere alle corde la potente flotta russa, che ormai si è rintanata nelle acque a est della Crimea. Un successo strategico senza precedenti, realizzato grazie a mezzi e tattiche innovative, che viene studiato come un modello dagli ammiragli di ogni nazione. Nei primi giorni dell’invasione i pia… (la Repubblica)
Ne parlano anche altre fonti
Bruxelles – Si sono concluse dopo tre giorni le trattative in Arabia Saudita tra Russia, Ucraina e Stati Uniti che dovrebbero rappresentare il primo passo di un complesso processo negoziale volto, in prospettiva, a porre fine alla sanguinosa guerra nell’ex repubblica sovietica. (EuNews)
Il presidente americano, Donald Trump, usa questa frase, mutuata dal mondo che conosce meglio, quello degli affari. «Dragging his feet». (ilmessaggero.it)
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov è tornato oggi a precisare, alla luce del vertice dei “volenterosi” di Parigi, che l’idea di introdurre un controllo esterno in Ucraina non è stata discussa nel colloquio tra Putin e Trump, e che sulla tregua energetica è stata raggiunta un’intesa con gli Stati Uniti, ma la parte russa si riserva il diritto di non osservare questa moratoria se il regime di Kiev non la rispetterà. (Notizie Geopolitiche)
Minuti per la lettura La notizia del cessate il fuoco parziale sul Mar Nero, raggiunto ieri, martedì 25 marzo 2025, da Russia e Stati Uniti nelle trattative sull’Ucraina, potrebbe apparire un passo nella direzione giusta, quella di una sospirata sospensione delle ostilità. (Quotidiano del Sud)
Materiali critici, banche, fertilizzanti, prodotti agricoli e non solo. Ecco di che cosa si parla nelle intese separate in fieri degli Stati Uniti con Russia e Ucraina. Tutti i nodi economici e finanziari degli accordi tra Usa, Russia e Ucraina (Start Magazine)
Una tregua navale tra Russia e Ucraina nel Mar Nero. "Prima della guerra i traffici dal Mar Nero, in particolare cereali, argilla, ferro e concimi rappresentavano il 16,5% del totale del porto di Ravenna, durante il conflitto sono scesi al 10%, con un parziale recupero di import dall’Ucraina nel 2023 e 2024 dovuto all’apertura del corridoio umanitario del grano. (il Resto del Carlino)